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Il simbolo di Novara!


L'intervista ad Alberto “Jimmy” Fontana

Di Alberto Battimo

Un portiere consapevole della forza della sua squadra. Il suo messaggio è semplice: pensare partita per partita ed ottenere più punti possibili. Questa è la sua forza, crederci sempre, mollare mai. Il suo modo di vivere il calcio è l’esempio giusto da seguire… lui è Alberto Jimmy Fontana.

Novara-Udinese 1-0. Una vittoria ottenuta grazie ad un primo tempo dominato, mentre nella seconda frazione di gioco siamo riusciti a contenere al meglio le avanzate degli avversari. Una vittoria di prestigio… non credi? “Si, però le vittorie di prestigio per noi hanno un valore che arriva fino ad un certo punto. La cosa più importante sono i tre punti, a prescindere dall’avversario. Purtroppo abbiamo realizzato solo quattro vittorie, di cui due veramente di prestigio, ma dobbiamo aumentare il numero di successi. Dobbiamo lavorare a testa bassa e ragionare partita per partita. Il mister ci ha invitato a non guardare la classifica perché in questo momento il suo valore è relativo: non possiamo permetterci di fare dei conti. Adesso ci toccherà affrontare Siena e Lecce, due squadre meno blasonate dell’Udinese, ma queste due partite avranno una valenza doppia rispetto al match di domenica scorsa”.

A undici giornate dalla fine la salvezza dista undici punti: com’è il morale della squadra? “Diciamo che il morale è buono nell’ottica in cui siamo… distanti undici punti su undici partite. La squadra però, come ho detto prima, non intende porre attenzione su questi dati ma ragionare pensando solamente alla partita successiva. Il nostro morale non dipende sicuramente dalla distanza dei punti dalla quartultima in classifica e neanche dalle giornate che mancano alla fine del campionato”.

Domenica prossima si va al “Franchi” di Siena per un match molto delicato. Ultimamente la squadra toscana si è ripresa lasciando a Parma e Cagliari l’ultimo posto disponibile per rimanere in Serie A: come si può battere la squadra di mister Sannino, visto che tra le mura amiche rende la vita difficile a tutte le squadre? “Io penso alla mia squadra: la ricetta giusta sarebbe quella di dimostrare anche al “Franchi” la stessa intensità messa in mostra contro l’Udinese, sotto il profilo sia fisico che mentale. Scendendo in campo con queste attitudini possiamo andare anche oltre al fatto che il Siena giochi in casa. La mia attenzione è più rivolta a noi stessi piuttosto che all’avversario di turno, qualunque esso sia”.

La settimana appena passata ha visto il ritorno in panchina del nostro “Komandante” Attilio Tesser! Il mister ha portato carica ed entusiasmo ed i risultati si sono visti subito con la vittoria contro i friulani: è stata evidente l’accoglienza che i tifosi hanno riservato a Tesser, ma voi giocatori come avete riaccolto il tecnico di Montebelluna? “E’ innegabile che questa squadra, in questi due anni e mezzo, nella maggior parte della nostra rosa, sia legata in maniera viscerale a questo allenatore. Spero che il suo ritorno possa essere proficuo, dovremo essere tutti presenti, seguire le sue indicazioni senza farci scalfire dai risultati, mi spiego meglio: vincere tutte e undici le partite è molto difficile ma il nostro obiettivo è quello di fare più punti possibili, volando sulla cresta dell’onda e sull’entusiasmo che il mister ci ha portato, senza dimenticare che ancora oggi la maggior parte dei giocatori presenti hanno vissuto insieme a lui momenti bellissimi, ormai sono i suoi… figli”.

Anche se davanti ci sono ancora alcune partite da disputare, ti va di cominciare a dare un giudizio generale sulla squadra in questo campionato di Serie A? Si è parlato tanto di grandi occasioni sprecate, soprattutto in casa e degli arbitraggi abbastanza negativi nei nostri confronti. Secondo te dove sta la verità? “Diventa difficile dare un giudizio adesso perché gran parte dei pensieri dipenderanno se l’obiettivo preposto sarà centrato o meno. Posso però già dire che all’inizio del campionato abbiamo avuto un buon impatto poi abbiamo peccato di inesperienza, inevitabile causa presenza di giocatori “esordienti” nella massima serie. Alcune volte la squadra ha creduto poco in se stessa rispetto alla sue reali capacità, soprattutto nelle gare contro avversari più blasonati perché a questa squadra mancano dei punti, è una squadra che vale e può lottare fino alla fine per la salvezza: abbiamo tutte le carte in regola per rimanere in categoria.
Mi hai chiesto dove sta la verità: non è negli arbitraggi, sono d’accordo con l’allenatore del Milan Allegri, quando ha dichiarato che alla fine del campionato i “torti” arbitrali andranno a compensarsi. Un conto sarebbe un campionato di sole cinque partite per esempio, allora lì il discorso sarebbe diverso. In un campionato composto da 38 giornate tutto si equipara. Alla fine di tutto, se le cose dovessero andare bene saremo molto felici, se invece l’esito sarà negativo dovremo solo fare mea culpa senza andare a cercare scuse in giro”
.

Sappiamo tutti che a Novara sei il beniamino dei tifosi. Vivi il calcio con la giusta interpretazione: divertimento e felicità quando serve e serietà, impegno ed amore per la squadra di appartenenza quando c’è da giocare. Con il Novara fino all’estate scorsa hai solo vinto. E anche in precedenza ti sei tolto molte soddisfazioni nel corso della tua carriera. Anche alla luce di come si sta evolvendo il campionato, qual è il tuo obiettivo adesso? “Prima di rispondere alla domanda volevo sottolineare come hai interpretato il mio modo di vivere il calcio: è proprio così. Qualcuno potrebbe pensare che avere un atteggiamento serio possa essere il modo più opportuno ma io preferisco avere una mia parte un po’ da “matto”, anche se questo è più facilitato dai risultati positivi, ma io non sono una persona che si piange addosso ed è giusto vivere il calcio con serenità, soprattutto nei momenti difficili. Alla fine stiamo sempre parlando di partite di calcio. Per fare bene questo lavoro bisogna avere la mente serena e vivere in maniera goliardica: ecco l’obiettivo”.

Torniamo un po’ indietro nel tempo… a livello personale, quale partita del Novara ricordi con più piacere? Quest’anno hai difeso la nostra porta disputando partite di Serie A che ti mancavano da qualche anno: che sensazioni hai provato? Secondo te com’è cambiata, se è cambiata, la Serie A rispetto al passato? “La partita che ricordo con più piacere? 13 gennaio 2010: Milan-Novara di Coppa Italia! E’ stata la partita che ha fatto capire a tanti cosa poteva nascere, ed eravamo ancora in Lega Pro, in una partita che a me, che sono di un’altra città, ha segnato abbastanza perché mi ha regalato un senso di appartenenza a questa realtà e mi sentivo anch’io novarese.
Ho rinotato, dopo questa parabola dalla Lega Pro alla Serie A, che uno si sente giocatore vero solo se gioca nella massima serie. La Serie A è la categoria più bella di tutti, è bello giocare contro i grandi campioni, contro le grandi squadre, per non parlare del discorso di immagine ecc… spero che queste sensazioni le vivano anche i miei compagni perché ti permettono di dare quel qualcosa in più perché è un’occasione che non bisogna lasciarsi scappare.
La Serie A, rispetto alle altre categorie, è quella che è cambiata di meno secondo me. Forse è aumentato ancora di più il distacco tra le prime quattro-cinque squadre rispetto alle altre però la Serie B è calata a livello tecnico, per non parlare della Lega Pro”
.

Due settimane fa Ujkani si è reso protagonista sia nella sua Nazionale, sia con il Novara, con tre rigori parati in due partite, di cui uno a Di Vaio, un goleador capace di rendere la vita difficile a portieri con ben più esperienza. Come vedi il futuro di Samir che sta acquistando sempre più affidabilità e sicurezza ogni giorno di più? Quanto ci hai messo del tuo per far crescere il nostro portiere? “La risposta è già presente nella domanda. La crescita di questo ragazzo è passata attraverso questi ultimi tre anni e non voglio sottolineare solo le sue parate ma anche, per esempio, l’uscita che ha avuto contro l’Udinese ad un minuto dalla fine del match, ti fa capire che è pronto a prendersi anche importanti responsabilità, inoltre ha anche carisma: tutte qualità che non dipendono dagli allenamenti ma si acquisiscono giorno dopo giorno crescendo e maturando. Il rigore contro il Bologna è stato un episodio, ma è solo una diretta conseguenza di quello che lui sta diventando. Ha parato il rigore perché sa di sentirsi forte.
Di mio metto soltanto l’ 1%, ma questa percentuale voglio prendermela. Gli voglio bene e lo stimo come portiere quindi la sua vittoria e la sua carriera rappresenta, per me, anche una vittoria personale e mi fa felice. La sua crescita è solo per merito suo”
.

Il tuo messaggio per i tifosi in questo momento particolare: “I tifosi hanno fatto tanto per noi. In questi anni ci hanno seguito in ogni luogo e in qualsiasi situazione. Credo che la Serie A vada gustata fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata contro il Milan, ma non con quella sensazione di gita perché noi vogliamo cercare fino alla fine di mantenere la categoria per rispetto di questa società e per rispetto dell’unico motore che fa girare il mondo calcio… voi TIFOSI”!

Grazie ad Alberto “Jimmy” Fontana per la disponibilità nel concederci questa intervista. Un ringraziamento anche all’Ufficio Stampa del Novara Calcio per la concessione rilasciataci nella stessa.

Alberto Battimo

 


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