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Esclusiva VNV: L’intervista a Letizia Camera


Di Alberto Battimo

Il suo addio alla pallavolo non è passato inosservato e tutti hanno voluto riconoscere la sua influenza in questo sport, raccontando vari aneddoti con lei protagonista. Conosciamo tutti il suo percorso sportivo e in questa intervista abbiamo voluto approfondire il suo presente e i sogni futuri. Cambiano gli ambienti di lavoro ma la sua energia e la sua passione rimangono intatti. Svolge ogni compito con responsabilità e rigore, è la tipica ragazza con la testa sulle spalle e piena di sani valori e principi. Dalle sue parole traspare tanta serenità e sicurezza, non ci resta che tuffarci nel suo mondo. Lei è… Letizia Camera.

L’annuncio della conclusione della tua carriera a livello professionistico ha rattristato tutto l’ambiente. Sono tanti i messaggi di ringraziamento che hai ricevuto ed è sempre stato esemplare il tuo contributo dimostrato in ogni squadra in questi 15 anni di attività. Una decisione del genere non sarà stata presa a cuor leggero, soprattutto quando si è nel pieno della maturità sportiva. Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a terminare anticipatamente questo tuo percorso professionale? “Prima di rispondere alla tua domanda volevo sottolineare il grande affetto e l’abbraccio che ho ricevuto dopo questa mia dichiarazione. Onestamente non mi aspettavo tutti questi messaggi pieni di riconoscenza e gratitudine, questa è stata la mia vittoria più grande. Ho nitidi ricordi di tutte le mie esperienze, ogni momento è stato positivo. Ho instaurato dei legami che rimarranno indissolubili, grazie alla pallavolo sono cresciuta tantissimo sotto tutti i punti di vista. Ci tenevo a sottolinearlo perché è proprio da questi momenti che capisci la tua importanza in questo bellissimo sport, è una soddisfazione che custodirò gelosamente nel mio cuore. Le motivazioni che mi hanno spinto a prendere questa decisione sono di varia natura. Premetto che questo pensiero era già nella mia testa da un po’, sentivo dentro di me di essere pronta “a cambiare vita”. Il mio stato fisico ha inciso in piccola parte ma non è stato il motivo principale, penso di aver dato tutto per la pallavolo e ho ricevuto il massimo possibile da ogni squadra e compagna. Questo amore è ormai finito e adesso prevale in me la voglia di vedere cosa c’è oltre a tutto questo. Sono curiosa di affrontare la vita in altri settori, mettermi alla prova e dare tutta me stessa anche in altri ambiti. Alla fine questo annuncio era prevedibile prima o poi, affermo questo perché durante la mia carriera ho sempre dedicato parte del mio tempo libero agli studi e anche ad altre passioni. È stata una decisione molto ponderata, sempre più convinta con il passare dei mesi di lasciare fino a quando non ho avuto la piena consapevolezza: è stato un viaggio meraviglioso ma da concludere”.

Ripensando a tutti i sacrifici messi in pratica in tutti questi anni e le avventure vissute nelle tue varie esperienze, quanto ti senti realizzata sia come atleta che come persona? “Non si può spiegare come ci si sente dopo aver vissuto una carriera così importante e di livello. Questo è stato un tema che ho affrontato anche con altre colleghe, sono sensazioni difficili da spiegare, bisogna solo provarle per capire bene tutto quello che si è vissuto in ogni istante del percorso. Grazie alla pallavolo mi sento una persona matura e consapevole: ho conosciuto un sacco di persone, ho viaggiato tantissimo e vissuto in varie città. Mi porterò nel cuore un sacco di esperienze che sono state utili per la mia continua crescita, sia umana che professionale. Ovviamente c’è anche il rovescio della medaglia, ammetto che è stato un percorso pieno di scelte difficili e di sacrifici ma io voglio solo vedere il lato positivo che questo sport mi ha regalato e trasmesso in ogni momento”.

Tra poco tornerai a calcare i campi di beach volley, a Vigevano avranno inizio le prove gratuite a maggio e i corsi veri e propri nei mesi di giugno e luglio. Ti vedremo in una nuova veste, come responsabile tecnica. Quali saranno i tuoi compiti principali e quali valori vorrai trasmettere a chi si dedicherà appieno a questo corso e a questa passione? “Ho da poco aperto un centro sportivo di padel e beach volley a Cassolnovo per la precisione, insieme a mio marito. Sarò la responsabile tecnica e non vedo l’ora di cimentarmi in questa nuova avventura, mi troverò dall’altra parte della barricata. Oltre a lavorare su una superficie diversa sarò la coach di riferimento e questo ruolo mi stimola molto. Non è tutto nato per caso, durante l’inverno mi sono preparata e sono stata affiancata per un determinato periodo di tempo per capire quanto potevo dare in questa nuova veste. Spero di essere all’altezza di questo incarico, sono determinata e motivata al punto giusto. Mi aspetto un’elevata affluenza, ci sono tutti i presupposti per vivere questa esperienza con le giuste attitudini, voglio dimostrare le mie capacità anche in questo ruolo delicato e fondamentale. Mi sono già immaginata come coach e la mia “paura” è quella di essere troppo esigente. Dovrò frenare le mie pretese perché quello che sto facendo non è un lavoro vero e proprio ma l’obiettivo principale sarà quello di far divertire tutti i partecipanti senza trascurare i dogmi di questa disciplina. Chiederò a tutti impegno e attenzione, non transigo su questi due aspetti. Ci deve essere comunicazione e attenzione tra atleti, voglio che si crei una certa intesa anche dal punto di vista umano, sono certa che chi si iscriverà vorrà farlo con il solo obiettivo di imparare da questo percorso. Per il resto sarò abbastanza tollerante, voglio che tutti si divertano ma al contempo cercherò di trasmettere tutto il mio bagaglio di conoscenze grazie a questi 15 anni di attività. Mi riterrò soddisfatta solo quando vedrò i frutti del mio lavoro sul campo”.

Adesso dovrai mettere in pratica tutta la dedizione che hai dimostrato in tante altre passioni, una su tutte quella di sommelier. È una qualifica di tutto rispetto: richiede studio, preparazione ed esperienza. Inoltre, col tempo, ci si crea una certa fisionomia, volta soprattutto al propendere di un vino rispetto ad un altro in base al proprio percorso che si vuole dare vita. Conosciamo tutti la tua figura professionale da atleta, quale sarà invece quella da sommelier? “Tra le tante passioni che sto portando avanti quella di sommelier è diventato anche il lavoro principale. Sono stata molto fortunata perché sono già stata assunta, storia che ha dell’incredibile. Feci il colloquio due giorni dopo l’addio alla pallavolo, andai all’appuntamento senza nessun tipo di pretesa eppure la loro scelta ricadde su di me. Lavoro per un’azienda agricola a Nizza Monferrato, si chiama “Tenuta Olim Bauda”, mi occupo delle visite e delle degustazioni. Sono felicissima perché era proprio quello che cercavo, sto dando tutta me stessa per svolgere al meglio questa nuova mansione. È un lavoro stimolante, sono solo all’inizio e ho ancora tanto da imparare. Ho già cominciato con il tour degustazioni, i primi gruppi sono rimasti soddisfatti del mio operato, non potevo chiedere un inizio migliore. Ci sono tanti stranieri interessati al nostro vino, questo mi permette di avvalermi della mia laurea in lingue per poter dialogare con tutti e trasmettere le caratteristiche del prodotto senza alterarne l’essenza. Mi sto divertendo molto, sono felice della scelta fatta e delle prime soddisfazioni che sto vivendo. Non ho ancora trovato la mia fisionomia, ci vorrà del tempo per acquisire una certa destrezza. Prima di tutto dovrò essere più consapevole del mio lavoro e cogliere ogni sfumatura da ogni degustazione, sarà il tempo a delineare la mia figura: è ancora a presto, adesso devo capire bene come muovermi e catturare l’attenzione dei clienti toccando i tasti giusti, ad oggi questa è la priorità”.

Sei sempre stata una ragazza piena di vitalità e curiosità. Hai altri progetti nel cassetto? “Al momento non ho in mente altri progetti, anche perché trovare spazio per altri propositi è impossibile. Non voglio caricarmi troppo di impegni, anche perché preferisco fare poche cose ma farle bene. Molti mi avevano consigliato un bel viaggio dopo la fine della stagione con Pinerolo, ma è arrivata subito questa occasione di lavoro impossibile da rifiutare. Approfitto di questa domanda per rettificare una mia dichiarazione presente in un’altra intervista: ribadisco, non c’è spazio per la pallavolo giocata. Pensa che nonostante il mio addio ho ricevuto tante offerte per cercare di farmi cambiare idea e rimettere le ginocchiere. Questo mi lusinga molto e mi fa piacere ma ho declinato ogni proposta perché i miei progetti sono fuori dal campo, al massimo sulla sabbia, l’unica eccezione possibile”.

In ambito sportivo possiamo definire con una data il picco della tua carriera: 3 febbraio 2019, serata che ti aveva visto assoluta protagonista ribaltando le sorti della finale Coppa Italia. Grazie al tuo prezioso apporto, la Igor riuscì a portare a casa il trofeo ribaltando lo svantaggio di 2 set a 1 contro Conegliano. Doveroso consegnare a te il premio MVP della finale. Il tutto documentato in prima persona grazie al tuo libro “Maglia n.3”, pieno di aneddoti e curiosità. Se volessimo tramutare la felicità e soddisfazione di quella serata in un evento futuro della tua vita, in quale ambito e in quale momento vorresti rivivere le stesse emozioni? “È una domanda difficile e interessante. Secondo me non è paragonabile ma la prima cosa che mi è venuta in mente è quella di diventare mamma, sarebbe una gioia immensa. Un giorno spero di allargare la famiglia, non so quando accadrà ma spero che quel momento arrivi, prima o poi”.

Nel tuo comunicato di addio alla pallavolo professionistica hai anche dichiarato che non hai del tutto chiuso la porta, non escludendo un tuo ritorno magari a livelli più bassi. Quale sarà il fattore preponderante che ti potrebbe riportare a calcare il taraflex? “La priorità era trovare un lavoro fisso, ho lasciato una porta aperta sulla pallavolo perché non si sa mai. Non ho mai avuto dubbi sulla mia decisione, non mi manca. Vediamo cosa proverò quando comincerà la prossima stagione, se la pallavolo tornerà nei miei pensieri non escludo novità. Io sono fatta così, nella mia vita sono sempre aperta a qualsiasi soluzione, non si può sapere cosa mi riserverà il futuro in questo ambito. Al momento sono convinta della scelta fatta, vivo il presente e tutte le mie attenzioni sono rivolte a tante altre passioni”.

Hai affermato che i trionfi di Novara rimarranno sempre nel cuore, allo stesso tempo anche società e tifosi non dimenticheranno mai la tua generosità e la piena partecipazione che hai dimostrato indossato questa maglia. Vuoi lasciare un saluto a tutti i tuoi sostenitori e agli amanti di questo sport? “Ho letto, dopo l’ennesimo Scudetto conquistato da Conegliano, che l’ultima finale persa da loro in Italia è datata proprio 3 febbraio 2019. Dico questo con un pizzico di orgoglio ed è bello da ricordare, sia per me che per i tifosi della Igor. Posso solo auspicare il meglio per Novara, spero tanto che la squadra possa tornare a riassaporare la gioia di nuovi successi, mi auguro che la Challenge Cup sia solo l’inizio di un nuovo ciclo pieno di soddisfazioni. Saluto con calore e affetto tutti quelli che mi hanno accompagnata in questa mia avventura, sicuramente mi mancherà l’adrenalina della partita ed essere disponibile per le foto e gli autografi di rito ad ogni fine gara. Ho sempre pensato che regalare un sorriso ai tifosi sia la gioia più grande, fare felici tanti appassionati mi ha reso una persona migliore: ho capito quanto entusiasmo c’è dietro a questo sport e quanta devozione nei nostri confronti. Colgo l’occasione per ringraziare tutti dell’amore ricevuto in questi anni. Fino a poco tempo fa vi invitavo tutti al palazzetto, adesso spero di incontrarvi davanti ad un bel bicchiere di vino”.

Grazie a Letizia Camera per la disponibilità nel concederci questa intervista. Da parte di tutta la redazione del sito e di tutti gli sportivi, un grandissimo “in bocca al lupo” per nuove soddisfazioni.

Alberto Battimo

 


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