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Esclusiva VNV: L’intervista a Davide Bertoncini


Di Alberto Battimo

La stagione non è iniziata nel migliore dei modi, ancora nessuna vittoria in nove partite di campionato. Nulla è compromesso, bisogna però rimboccarsi le maniche e ripartire già venerdì sera contro l’Arzignano. In questa settimana la squadra sta lavorando con molta attenzione, riflettendo sugli errori commessi e correggendoli in allenamento. Abbiamo analizzato tutto questo insieme a uno dei nostri leader, un “totem” non solo in difesa ma anche nello spogliatoio. Questa è la sua quarta stagione in maglia azzurra, stiamo parlando di… Davide Bertoncini.

Nelle prime nove giornate di campionato la squadra ha racimolato sette pareggi e due sconfitte. La classifica non ci sorride: siamo in zona play-out, anche se vederla adesso lascia il tempo che trova. Viste le garanzie estive e una rosa di qualità, la domanda sorge spontanea… cosa sta succedendo al Novara? “Rispondere a questa domanda risulta difficile, in mancanza di un chiaro motivo è complicato individuare la soluzione. I numeri sono questi, significa che qualcosa ci sta mancando e certi eventi non girano a nostro favore. Sta a noi riuscire a trovare subito una quadra, premetto che sono situazioni che non capitano solo a Novara. In una stagione si attraversano diverse fasi, noi siamo partiti con il piede sbagliato: l’importante è uscirne al più presto e trovare la giusta dimensione. Per farlo dovremo dimostrare molto di più rispetto a quello che stiamo esprimendo ora in campo, ne siamo tutti consapevoli e non vediamo l’ora di risolvere queste difficoltà. Venerdì sera faremo di tutto per riuscire a raggiungere la vittoria: ci manca tantissimo tornare a vivere l’emozione di un successo, sensazione assente da troppo tempo all’interno dell’ambiente. Stiamo soffrendo tanto la mancanza dei tre punti, un successo contro l’Arzignano potrebbe darci quello slancio in più a livello morale. Viviamo di emozioni, di continua fiducia e di trasporto, fattori essenziali per avvicinarci alla vittoria. All’interno della rosa ci sono tanti giovani pieni di entusiasmo e un ambiente che continua a starci vicino. Parola al campo per trasformare in fatti tutte le nostre speranze, senza né scuse né alibi”.

Nel post-partita contro la Giana Erminio, mister Zanchetta ha ammesso di avere spaccato tutto dentro lo spogliatoio, un modo per scaricare la tensione del primo tempo. Come state affrontando, tutti insieme, questo difficile inizio di campionato? “Guardiamo avanti, cercando di imparare dalle gare passate. Stiamo lavorando con questa mentalità, sono tutte lezioni che abbiamo affrontato e che ci serviranno per crescere e lavorare con più consapevolezza e attenzione ai particolari. Ogni inizio settimana analizziamo insieme vari aspetti, cercando di capire cosa ha funzionato e cosa no nell’ultima partita giocata. È un momento importante, in campo ci andiamo noi giocatori ed è giusto valutare insieme certe scelte di campo. Inoltre non dovremo farci prendere dall’ansia: non è necessario gettarsi subito in avanti, si può benissimo giocare con tranquillità e riflettere sulle cose da fare. La frenesia non deve far parte del nostro lavoro, possiamo fare male agli avversari in qualsiasi momento, mantenendo equilibrio e la giusta concentrazione. Non è un obiettivo che si raggiunge velocemente ma sappiamo bene quanto sia importante compiere sempre un passo in più e migliorare ogni aspetto. Dobbiamo avere più coraggio, abbiamo le qualità per dimostrarlo, ci manca solo quel livello di autostima utile per recare beneficio all’intera squadra. È un momento difficile, dobbiamo rimanere uniti e andare avanti tutti insieme”.

Il reparto difensivo sembra reggere, sono solo otto le reti subite fino a questo momento. Cosa vi sta aiutando a mantenere una certa stabilità, nonostante il periodo generale non semplice? “L’ossatura difensiva è rimasta, l’esperienza sta dando i suoi frutti sotto questo punto di vista. I nuovi arrivi stanno cercando di integrarsi al meglio per darci una mano, sono tutti ragazzi volenterosi e pieni di energia. Il principale merito di questi numeri va dato a Elia Boseggia, il nostro portiere è risultato decisivo in più occasioni. Una caratteristica dobbiamo ancora correggerla, l’impostazione del gioco dal basso. Secondo me non arriviamo a servire al meglio i nostri attaccanti, questo è il principale aspetto a cui stiamo lavorando e spiega, in parte, le poche reti realizzate finora. In generale vedo una buona base di partenza, possediamo già una certa solidità. Tutto questo però non basta, dobbiamo tutti fare di più perché i risultati non ci stanno dando ragione”.

Non è solo una questione di moduli e prestazioni, anche il fattore psicologico incide parecchio sul rendimento di un giocatore. Come si affrontano e si superano questi momenti? “Sicuramente il lavoro da fare non sarà solo incentrato sulla parte tecnico-tattica, anche il fattore mentale richiede allenamento e ha un’importanza primaria su ciascuno di noi. Essere consapevoli di quello che stiamo passando è già un buon punto di partenza, non siamo questi e vogliamo dimostrarlo in campo. Tutto parte dalla testa, su questo dobbiamo subito ottenere dei risultati, altrimenti prestazioni e vittorie stenteranno ad arrivare. Questo obiettivo si raggiunge solo attraverso un lavoro quotidiano, la partita deve rappresentare la “verifica” dell’attività svolta in settimana. Non vedo altri rimedi per rafforzare il proprio status mentale, chi gioca a calcio sa che questa è l’unica maniera per accrescere l’autostima”.

In tanti altri sport viene sempre esaltata la figura del mental coach, se ne parla poco di questa funzione nel mondo del pallone. In un gruppo numeroso, come quello di una squadra di calcio, potrebbe incidere positivamente sul lavoro individuale di un giocatore? “Hai toccato un tema molto discusso nel nostro ambiente, mi è capitato più volte di toccare questo argomento e di dare vita ad un dibattito. In America questa figura è molto richiesta, anche in Italia stiamo vedendo questo ruolo sempre più presente, soprattutto in altri sport. Nel calcio si vede poco, personalmente sono convinto che il mental coach può darti quel qualcosa in più ma non ti cambia radicalmente in meglio. Devi nascere già con delle predisposizioni, solo così questa figura può darti una mano importante. A Novara non ne vedo la necessità, secondo me ne possiamo uscire tutti insieme senza altri “aiuti”. Sicuramente per molti sportivi ha rappresentato “l’àncora di salvataggio", l’importanza di questo ruolo nello sport è stata testimoniata in varie interviste. Se vuoi migliorare - e non vedi sbocchi per raggiungere l’obiettivo - il mental coach può darti la spinta giusta e una visione diversa: una significativa performance si ottiene con la giusta applicazione mentale, chi ha bisogno di questo non può che avvalersi di questa figura. Non voglio essere frainteso, non discrimino questa veste ma spesso viene fatto passare il messaggio che sia più importante di altre cose. Prima ci sono tante altre componenti su cui lavorare e riflettere, successivamente entra in gioco il mental coach, questa è la mia personale opinione”.

Questa è la tua quarta stagione a Novara, dopo il rinnovo biennale stipulato a giugno 2024. Novara è diventata sempre più importante per te, cosa ti sta infondendo questa esperienza con la maglia azzurra? Cosa cerchi, o cosa hai trovato, di nuovo e suggestivo sotto la Cupola? “Giocare per quattro anni nella stessa squadra significa tanto, con il passare delle stagioni Novara è diventata una seconda famiglia. In questi anni sono cambiati tanti giocatori, anche dal punto di vista societario e di staff tecnico. Tutto questo non ha mai messo in dubbio la mia permanenza in questa città, sono sempre stato convinto nel continuare a dare il mio apporto con questa maglia. Il rovescio della medaglia è che in questi quattro anni non ho raccolto quello che avrei voluto, finora sento che mi manca un pezzettino. Per il resto sono felicissimo di vivere a Novara: si trova bene anche la mia famiglia, questo per me è essenziale per continuare a rimanere in questa squadra. Non sono venuto a svernare per quattro anni, mi sono sempre trovato d’accordo con gli obiettivi prefissati dalla società. Poi entrano in gioco fattori esterni e il campionato può dire altro, però continuo a rimanere una persona ambiziosa e piena di stimoli”.

Vuoi lasciare un saluto ai tifosi azzurri e ai lettori di VaNovaraVa.it? “L’unico messaggio che posso lasciare è quello di continuare a sostenerci. Capisco che i risultati non aiutino, però abbiamo sempre detto che dobbiamo rimanere uniti soprattutto nei momenti di difficoltà. Voi siete molto importanti, noi giocatori sentiamo il vostro incitamento e questo non ci fa mai sentire soli. È giusto applaudire in caso di vittoria e criticarci se le cose non vanno per il verso giusto, durante la partita però continuate a farvi sentire. Abbiamo sempre bisogno di voi!”.

Grazie a Davide Bertoncini per la disponibilità nel concederci questa intervista. Un ringraziamento anche all’Ufficio Stampa del Novara FC per la gentile concessione rilasciataci nella stessa.

Servizio di Alberto Battimo

 

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