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Esclusiva VNV: L’intervista a Luca Ghiringhelli


Di Alberto Battimo
Foto © Guido Leonardi

Giocatori come lui sono essenziali quando si vuole far crescere le potenzialità di un’intera squadra. Non solo è prezioso in campo, anche in settimana mette a disposizione di tutti le sue conoscenze, con lo scopo di migliorare ogni compagno di squadra e di portare il Novara alla vittoria. Tornato da noi dopo undici anni, è diventato imprescindibile per gli schemi tattici di mister Gattuso. Il suo impiego è determinante sia in fase di impostazione, sia nel contrastare le manovre avversarie. Contro la Triestina ci sarà da confermare quanto di buono mostrato a Trento: le insidie saranno tante, ma la squadra è pronta ad affrontarle e vincerle. Lui è… Luca Ghiringhelli.

A Trento è arrivata una vittoria importante e di valore, siamo stati gli unici capaci di batterli sul loro campo in questo girone di andata. Qual è stata la differenza tra voi e loro e l’aspetto principale che vi ha permesso di sbancare il “Briamasco”? “Secondo me non è una questione di differenza, tutte e due le squadre hanno condotto la gara seguendo i rispettivi principi di gioco. Nel nostro caso abbiamo un’elevata consapevolezza, aspetto cresciuto molto nelle ultime settimane, grazie ai risultati e ad un gruppo che si è sempre più amalgamato e integrato. Siamo una squadra compatta, quando gli episodi ci girano a sfavore non ci disuniamo mai, questa è la nostra vera forza. Siamo in un buon momento, la partita di venerdì scorso è stata un ulteriore esempio. Quando siamo passati in svantaggio non abbiamo mollato mentalmente, non ci siamo fatti sopraffare dal loro filotto di sedici partite senza sconfitte e da una rete subita rocambolesca. Per riuscire a ribaltarla era necessario un notevole spirito di squadra, riuscendo nell’intento: le tre reti realizzate sono frutto della nostra intesa in campo e dalla voglia di vincere. Vorrei anche aggiungere che siamo stati bravi a costruirci delle certezze, con il passare delle partite la nostra identità ha preso sempre più forma. La vittoria di Trento racchiude tutto questo, convinti delle nostre potenzialità abbiamo fatto la nostra partita: con pazienza, idee ed equilibrio siamo riusciti a portarla a casa”.

Avete interpretato al meglio ogni momento della gara. Saper leggere le varie fasi di una partita è fondamentale per riuscire ad ottenere la vittoria. Dietro a queste prestazioni c’è un lavoro di squadra meticoloso e organizzato. Come si costruisce questo aspetto? Come si fa a capire quando è il momento di stare più accorti o di andare all’attacco? “La risposta è da ritrovare nell’esperienza di ciascuno di noi. Abbiamo una rosa di tanti giocatori navigati, presenti in ogni ruolo. La loro presenza aiuta molto: sanno indirizzarti sui corretti binari e ti indicano qual è la via giusta da seguire in quel momento, senza andare a prendere delle decisioni isolate e non utili alla causa. Quando parlo di equilibrio intendo proprio questo: lavorare insieme, sia quando c’è da difendere ma anche quando è il momento di costruire azioni offensive. Abbiamo una mentalità univoca: in testa abbiamo solo gli obiettivi di squadra, nessuno pensa ad agire per conto proprio, questo è un fattore da sottolineare. Io mi reputo un giocatore esperto, voglio dare il mio contributo anche in questo. Ritengo fondamentale un certo dialogo in campo, sappiamo già il lavoro da compiere ma la partita riserva sempre delle situazioni che non puoi preparare a tavolino. Soprattutto in questi casi entriamo in gioco noi, dobbiamo far capire agli altri compagni l’atteggiamento giusto da tenere in quel momento. I più giovani si aspettano da noi delle determinate indicazioni, siamo consapevoli di questo e molto felici di guidarli nella giusta direzione. Sono fiero dei miei compagni più giovani, si applicano con grande spirito di sacrificio e sono ben consapevoli che toccherà anche a loro questo ruolo di responsabilità, in futuro. Sai quante situazioni abbiamo risolto parlandoci di continuo? Tantissime!”.

Non è per nulla frequente vedere un allenatore effettuare una sola sostituzione, peraltro al novantesimo. Nonostante la gara difficile nessuno di voi è stato ammonito, segno di una maturità di squadra non indifferente. Come si fa a rimanere sempre lucidi nelle scelte e di mantenere una condizione fisica adatta per arrivare alla fine della partita con gli stessi undici titolari? “Scendere in campo nelle giuste condizioni fisiche è fondamentale, riuscire a reggere novanta minuti è un ulteriore segno che stiamo lavorando bene in settimana e il programma stilato dallo staff è quello giusto per le nostre caratteristiche. Il mister avrà valutato il rendimento generale, visto che eravamo abbastanza in controllo non voleva modificare certi meccanismi. Per quanto riguarda le ammonizioni, un plauso a tutta la squadra per l’attenzione dimostrata e la bravura nel sapere leggere i tempi degli interventi. Per quanto riguarda il discorso cartellini dipende anche da più fattori: capita di rimediare un giallo ingiusto ma può anche succedere di compiere un fallo, meritevole di cartellino e di non subire nessuna sanzione. Ci vuole anche un po’ di fortuna, quando succede prendiamocela tutta e andiamo avanti. A Trento la nostra prestazione non è nata per caso, significa che il lavoro settimanale sta pagando e i risultati ci stanno dando ragione”.

Tu, Agyemang e Ongaro non eravate in perfette condizioni, eppure siete stati in campo sino al fischio finale. Nel tuo caso, dove hai trovato tutte le energie? Adesso come stai? “Prima della sfida di venerdì avevo avvertito un fastidio alla caviglia ma ho dato la mia disponibilità al mister già dal primo minuto. Quando poi sei in campo accumuli così tanta adrenalina ed energia che ti passa tutto, sentivo che potevo dare il mio contributo sino alla fine. Adesso mi sento meglio anche se non ho ancora risolto del tutto il problema fisico, sono fiducioso nel riuscire a recuperare prima della gara contro la Triestina”.

Sabato si chiuderà il girone di andata, al “Piola” arriverà proprio la Triestina, guidata dall’indimenticato Attilio Tesser. Da quando l’allenatore veneto si è seduto sulla panchina alabardata la squadra ha pareggiato a Padova e ha battuto il Vicenza in casa. Quale sarà l’atteggiamento da dimostrare? “Dobbiamo fare la nostra partita, non dovremo snaturare le nostre caratteristiche. Abbiamo una nostra fisionomia e nessun avversario metterà in dubbio le nostre sicurezze. Sappiamo bene quanto sia difficile questa categoria: basta un piccolo calo per essere castigati, anche da una squadra che si trova nei bassifondi di classifica. Sabato non arriverà una squadra qualunque, la Triestina ha trovato nuova linfa con l’arrivo di Tesser. Dovremo essere sempre sul pezzo, attenti e concentrati: solo così la vittoria arriverà”.

In venti partite stagionali, comprese le due partite di Coppa Italia di categoria, hai giocato titolare undici volte e solo in tre partite non sei sceso in campo. Un rendimento di tutto rispetto. Il mister si fida di te e tu stai dimostrando tutto il repertorio costruito nel corso degli anni. Quali sono i tuoi compiti principali? “L’interesse della società nei miei confronti non era solamente dato dal mio sostegno in campo ma anche dal mio apporto alla squadra nel quotidiano. Dopo Bertoncini sono il più “vecchio” della rosa e in questa tua domanda vorrei soffermarmi sul mio lavoro fuori dal campo. Durante gli allenamenti mi occupo di dare dei piccoli suggerimenti ai ragazzi, sia a livello tattico ma anche comportamentale. Molte volte mi capita di valutare insieme a loro varie situazioni delle partite passate, così da capire insieme il comportamento idoneo che si doveva attuare. Non sono l’unico in questo, spesso ci confrontiamo anche tra noi “esperti”, riuscendo sempre a trovare una certa sintonia. Devo essere da esempio: voglio indirizzare i giovani a non perdere la retta via, si devono sempre comportare bene e il loro atteggiamento deve essere volto al bene del Novara. Sono ragazzi di sani principi, meritano un percorso pieno di soddisfazioni, nel mio piccolo spero di aiutarli in questo”.

Undici anni fa Novara ti aveva fatto esordire in Serie B. Sei tornato sotto la Cupola, questa volta hai formato un contratto biennale e sei diventato un giocatore a cui fare pieno affidamento. Cosa ti aveva convinto del progetto? Cosa ha di speciale tornare ad indossare la maglia azzurra? “Il progetto mostrato dalla società è interessante e stimolante, i dirigenti mi hanno voluto fortemente perché mi avevano reputato come uno dei giocatori pertinenti per riuscire ad esaudire questi propositi. Oltre alle parole ho notato la voglia che c’era nell’avermi in squadra, aspetto che non dimenticherò e che mi aveva convinto subito nel dire sì ad un mio ritorno. È stato bellissimo tornare a calcare il “Piola” e a indossare questa maglia, dopo ben undici anni. Prima di questa esperienza avevo solo giocato una stagione con questi colori, ma è stato un anno indimenticabile perché questa città mi aveva fatto debuttare nella serie cadetta, con annessa prima rete nella categoria. Novara è speciale, vivere un nuovo capitolo in questa città e squadra mi stimola e mi entusiasma”.

Domenica scorsa, giorno dell’Immacolata, è stato acceso l’albero di Natale del Novara FC. Un momento emozionante, occasione giusta per conoscere alcuni giocatori della squadra e vivere questo periodo di festa colorato anche d’azzurro. Sotto a questo bellissimo albero quale regalo vorresti fosse messo dai tifosi per il Novara FC e quale dono vorresti che la squadra offrisse ai suoi fedeli sostenitori? “Vogliamo rendere i tifosi fieri di noi, per riuscirci dovremo dare tutto noi stessi in ogni partita. Uscire dal campo con la maglia sudata è indice di impegno e sacrificio, poi il risultato dipenderà anche da altri fattori. Il legame tra tifosi e squadra è fondamentale, vorrei donare a loro la nostra dedizione per questa maglia. Solo così noi giocatori potremo ricevere come regalo la loro presenza, con l’augurio che sia sempre più numerosa e incessante di tifo. Dal canto nostro vogliamo farvi divertire, ci stiamo provando. Ammetto che non sempre ci siamo riusciti ma la voglia e l’attaccamento che dimostriamo quotidianamente per questa maglia è sotto gli occhi di tutti, questo viene sempre apprezzato da ogni singolo tifoso”.

Vuoi lasciare un messaggio ai tifosi azzurri e ai lettori di VaNovaraVa.it? “Spero si possa subito cominciare a vedere un pubblico più numeroso già da sabato. Ci vediamo allo stadio, ci aspetterà una partita difficile e dura. Per uscirne vincitori avremo bisogno di voi, siete fondamentali e sentiamo il vostro calore. A presto!”.

Grazie a Luca Ghiringhelli per la disponibilità nel concederci questa intervista. Un ringraziamento anche all’Ufficio Stampa del Novara FC per la gentile concessione rilasciataci nella stessa.

Servizio di Alberto Battimo
Foto © Guido Leonardi

 



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