50 sfumature di azzurro
Di Alice Previtali
Foto © Guido Leonardi
Che la trilogia di E. L. James, partendo da “50 sfumature di grigio”, fosse al primo posto in classifica sul “New York Times”, non era scontato per il mercato editoriale nel secondo decennio del ventunesimo secolo, al pari di un Novara FC che nella stagione 2024-25 piglia e ripiglia punti positivi per una striscia di felicità che tanto ci mancava. Per quanto sia necessario incollare i piedi a terra con la consapevolezza che mancano 25 partite, proprio come la protagonista del romanzo ci facciamo comunque avvolgere nell’amore più passionale ed erotico - a livello sportivo s’intende - che si possa incontrare, quello per la nostra squadra che finalmente ci fa costantemente godere di pensieri emotivamente vivi, tanto che pure il clima sembra a tratti primaverile.
Possiamo tranquillamente sentirci un po’ come Anastasia Steele, la protagonista invidiata da noi donne - e chi nega mente o si prodiga di finta e tristissima innocenza - che sopraffatta dal crudo e impudico Christian Grey non può nemmeno immaginare di tornare alla vita mediocre che conduceva prima e per quanto il passato non l’abbia mai fatta sentire in un posto sbagliato, in un modo sbagliato e in un campo sbagliato, non le aveva nemmeno permesso di provare alcune emozioni delle quali, ora, non può più fare a meno. Come noi tifosi.
Possiamo amare finalmente “Christian Grey-Novara allo scoperto”, senza doverci giustificare dalle frecciatine dei malfidenti e rompiballe di provincia che “stai-attenta-a-fidarti, troppo-volubile-da-amare, bello-ma-stronzo, hanno-speso-troppo-poco”.
Anastasia è brava nella difesa, tergiversa giocate sarcastiche rimandandole al mittente - mi ricorda qualcuna oltretutto - mentre Christian si fa portavoce di un attacco che collateralmente esiste, concreto e cinico, che tutto fa tranne risparmiarsi ma che davanti, proprio dove serve costanza, cattiveria e bramosia, si dimostra fragile, evidenziando i classici “irrisolti” che tutti ci portiamo appresso. È proprio in quel punto che le lettrici rimpiangono altri lidi, un Dardan Vuthaj ad esempio che in un romanzo del genere avrebbe avuto la parte nobile e bizantina di ogni romanzo di successo: la conclusione.
La lettura, per quanto non sia amante dei libri d’amore, si presenta scorrevole ed avvincente e scendendo dalla tribuna stampa ieri ho potuto guardare la partita un poco più giù, dove si colgono le espressioni di fatica dei giocatori, felicità assoluta, maglie sudate, profumo di squadra e l’outfit hollywoodiano del mister, sentendo anche qualche scambio di idee. Vicino a loro, come piace a me, per cogliere le loro 50 sfumature di azzurro.