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Esclusiva VNV: L’intervista a Roberto Ranieri


Di Alberto Battimo
Foto © Guido Leonardi

Abbiamo analizzato questa prima parte di stagione assieme al nostro capitano. Con parole mai banali, ha affrontato ogni argomento con affermazioni sincere e spontanee, rivolgendo un messaggio importante anche ai tifosi. Ci siamo soffermati sull’ampio valore che racchiude quella fascia indossata al braccio, che ha tanti significati che vanno oltre al solo comportamento da tenere nei 90 minuti di partita. La sfida contro il Renate è alle porte e non sarà facile espugnare il “Favini” di Meda. La squadra ha comunque tutte le intenzioni di provarci e di tornare a casa con un risultato utile. Lasciamo la parola a… Roberto Ranieri.

Sabato scorso è arrivata la seconda vittoria in campionato. La prestazione non è stata delle migliori, però abbiamo visto una squadra concreta e sempre pronta a lottare su ogni pallone. Questa partita ha messo in risalto delle peculiarità assenti nelle partite precedenti, tra queste spiccano le tre reti realizzate in una sola partita e la reazione ad uno svantaggio. Dal campo hai notato altre caratteristiche da evidenziare, meno evidenti, ma essenziali per conquistare la vittoria? “È stata una partita di difficile interpretazione, questo spiega il nostro errato approccio alla gara. I nostri avversari sono partiti a mille, hanno preso campo e nei primi quindici minuti ci avevano messo sotto nel gioco, eravamo in difficoltà. Purtroppo lo svantaggio era la logica conseguenza di questa nostra falsa partenza, poi la reazione è stata encomiabile e ci sono bastati pochi minuti per rimettere il risultato in equilibrio. Rispetto alle partite precedenti abbiamo sfruttato al meglio le nostre occasioni, questa è stata la vera differenza. Voglio complimentarmi con Ongaro perché è stato bravissimo a sfruttare appieno le due opportunità che ha avuto, si è avvalso delle sue qualità tecniche e fisiche. Inoltre ho visto tanta attenzione nonostante la fatica di giocare una serie di gare nel giro di pochi giorni, c’è da ricordare che arrivavamo da un periodo molto fitto di partite. Dimostrare sempre un buon ritmo, in questa prima parte di stagione, non è facile e richiede un lavoro specifico e incentrato su particolari aspetti. La stanchezza era evidente ma siamo stati bravi ad essere sempre lucidi e giocarci la partita rimanendo accorti e concentrati. Questi tre punti erano vitali, siamo contenti di essere riusciti ad ottenerli in casa e a chiudere la gara con tre reti a favore”.

In queste prime otto partite di campionato, il mister non ha mai schierato la stessa formazione di partenza, a prescindere da infortuni vari e squalifiche. Segno che l’intera rosa è ancora “sotto esame” o si vuole valorizzare l’intera compagine dando spazio a tutti gli interpreti? “Quando hai una rosa di valore è giusto che tutti abbiano il proprio spazio. Avere sempre la solita "formazione tipo” non è sempre un vantaggio, nel nostro caso il mister ha un’ampia scelta sulle varie soluzioni da attuare. Ormai le caratteristiche dei nuovi sono già state ben assimilate dal nostro allenatore, ovviamente sono tutte peculiarità che si addicono alle sue idee di gioco. La capacità di un allenatore si vede anche nel riuscire a trarre il maggiore profitto da ciascuno di noi per il bene della squadra; non getta nessuno nella mischia se non lo ritiene ancora utile per dare una mano importante. Penso a Gerardini, sabato scorso si è fatto trovare pronto e in campo ha dimostrato di poter fare la differenza, la sua è stata una prestazione positiva ed è giusto sottolinearlo”.

La prossima partita ci vedrà ospiti del Renate, si prospetta una sfida non facile contro i secondi in classifica. Dobbiamo cambiare marcia anche in trasferta, i soli due punti ottenuti testimoniano le difficoltà della squadra ad imporsi lontana dalle mura amiche. Cosa bisognerà dimostrare per riuscire a dare una svolta anche in queste gare? “Invito a non soffermarci solo sul risultato delle gare giocate in trasferta. Secondo me meritavamo qualche punto in più, per colpa di demeriti nostri non siamo riusciti nell’intento e certi eventi non sono girati a nostro favore. Per questo dico che contro di loro dovremo avere lo stesso atteggiamento delle partite precedenti. Siamo andati a imporci in campi difficili e questo ci deve dare la giusta consapevolezza anche contro il Renate. Nell’andare a spulciare i loro risultati notiamo quanto siano cinici, le due vittorie casalinghe le hanno ottenute vincendo per 1-0 e, anche in trasferta, hanno conquistato dei risultati simili. Sono costruiti bene, sfruttano le poche occasioni ma allo stesso tempo hanno una difesa quasi impenetrabile. Conosciamo queste loro qualità: ci stiamo preparando per dar vita ad una gara di sostanza e concretezza, non solo dal punto di vista offensivo ma anche cercando di contrastare al meglio le loro proprietà di gioco, grazie alle nostre peculiarità nella fase di non possesso”.

Finora sei il giocatore azzurro più sostituito nella rosa. Ad esclusione della panchina contro la Feralpisalò sei sempre partito titolare, solo in due occasioni però hai terminato il match in campo. Rispetto alla scorsa stagione ti viene chiesto di eseguire un lavoro più dispendioso o, come riferito da mister Gattuso nell’ultimo post-partita, anche la tua sostituzione è stata dettata da qualche fastidio fisico? “Siamo a ottobre ma la mia condizione non è ancora al massimo, paragonandola a quella dei miei compagni. Ho saltato il primo mese di preparazione estiva per colpa di un infortunio al polpaccio. Non avere la possibilità di allenarmi in quel periodo ha rallentato tutto, non sembra ma quelle settimane erano importanti per arrivare a inizio stagione già pronto e collaudato. Non mi stanno aiutando le tante partite ravvicinate, il calendario sta allungando i miei tempi di recupero a livello di forma. Per raggiungere gli altri devo solo giocare con regolarità ma dovrò fare dei piccoli passi, la forma fisica si raggiunge solo in questo modo quando il campionato è già al via. Questo spiega i motivi di così tante sostituzioni, anche se nel derby contro la Pro Vercelli il mister mi sostituì solo perché ero ammonito e non voleva rischiare di giocare in dieci. Siamo una squadra molto propensa al sacrificio, ci aiutiamo tantissimo ed è un aspetto così evidente che nessuno potrà mai metterlo in dubbio. Anche per questo mi sento un po’ a corto di fiato troppo presto, segno che non sono ancora al massimo della forma fisica, ma ci stiamo lavorando. Già in questa settimana mi sento molto meglio, il mister sta puntando molto sull’intensità di noi centrocampisti e questo non potrà far altro che accelerare il mio recupero fisico e a farmi trovare sempre più disponibile per le partite successive”.

In quest’ultima sessione estiva di mercato, la priorità della società è stata quella di blindare il centrocampo. Già ai primi di giugno erano ufficiali i prolungamenti dei contratti sia di Calcagni che di Di Munno. Il messaggio era chiaro, la vostra conferma era essenziale per poter costruire una squadra competitiva. Quanto ti sentì migliorato nel giocare insieme a loro? “L’intuizione di mister Gattuso, avvenuta nella scorsa stagione, sta ancora dando i suoi frutti. Noi tre insieme ci troviamo benissimo, la nostra intesa cresce sempre più, abbiamo trovato un’alchimia speciale. Calcagni e Di Munno sono due mezzali che si muovono tanto e hanno un’energia particolare, io mi devo adattare a loro perché rappresento l’ago della bilancia, molte volte devo farmi trovare al loro posto quando occupano zone più offensive. Io devo dare equilibrio alla squadra ed evitare ripartenze avversarie attuando marcature preventive. Per loro rappresento una sicurezza importante, devono sentirsi liberi di esprimersi e per farlo devono avere la certezza che in mezzo al campo ci sarà sempre uno pronto a fare le loro veci. Il lavoro da fare verte soprattutto sul nostro impatto sull’intera squadra, durante l’allenamento notiamo che le manovre di gioco sono sempre fluide ed efficienti. La nostra è una rosa composta da giocatori importanti, i restanti compagni di centrocampo sono tutti forti e hanno sempre risposto positivamente ogni volta che sono stati chiamati in causa. Stiamo lavorando insieme anche agli altri perché non sempre giocheremo noi tre, è giusto trovare nuove intese e instaurare nuovi rapporti in campo, fattore utile per ricavare anche nuove idee e schemi utili alla causa. Siamo un bel reparto, rappresentiamo il fulcro dell’intera squadra e siamo consapevoli di quanto sia importante e decisivo il nostro lavoro per dare equilibrio e stabilità in ogni circostanza”.

Visto che la stagione scorsa il nostro settore nevralgico è stato uno dei migliori del girone, cosa bisognerà ulteriormente dimostrare per essere ancora uno dei reparti più apprezzati e validi del campionato? “Oltre a tutto quello che ci viene chiesto a livello di manovra e gestione del reparto, dobbiamo cominciare ad aumentare le nostre personali statistiche in fase offensiva. Vogliamo vedere anche i nostri nomi sul tabellino dei marcatori e contribuire attivamente alle reti tramite qualche assist. Si può e si deve migliorare questo importante aspetto, le reti dei centrocampisti possono incidere tanto sul percorso di una squadra. Per tutto il resto c’è poco da dire, svolgiamo con ordine e disciplina tutto quello che ci viene chiesto, però la mancanza di incisività sotto porta sarà un fattore da migliorare perché le reti dei centrocampisti hanno sempre un peso notevole e possono rappresentare quel “plus” in più di una squadra, utile per puntare a una posizione di classifica ragguardevole”.

Tu sei il capitano designato della squadra, Bertoncini il vice. A partire dall’ultimo europeo, la UEFA ha introdotto una nuova linea di comunicazione tra arbitro e giocatori: solo i capitani potranno discutere con il direttore di gara, per tutti gli altri scatterà l’ammonizione. Questa regola, per ora, è stata estesa ai soli tornei europei. Sei d’accordo con questa decisione? “Dipende dalla personalità degli arbitri e dal rapporto in campo esistente tra loro e noi giocatori. Penso che il direttore di gara debba sempre mettersi nei nostri panni e considerare il fatto che siamo pieni di adrenalina e la fatica non ci fa sempre rimanere lucidi in certe circostanze. Purtroppo può capitare che qualche parola scappi, in quelle situazioni spero che gli arbitri capiscano il momento. Tutti e due i ruoli sono alimentati da tanta tensione per motivi diversi e, questo fattore, dev’essere sempre considerato. Ovvio che tutto questo deve avvenire sempre con il massimo rispetto della persona e non andare oltre al dialogo di gioco, però troppo spesso veniamo ammoniti per proteste quando invece si potrebbe sorvolare, così da dar vita a una partita più intensa e aperta”.

In Fiorentina-Milan abbiamo visto come un capitano non si deve comportare in campo, sto parlando di Theo Hernández: era lui il designato a indossare la fascia di capitano, in assenza di Calabria. A fine partita, dopo una prestazione al dì sotto delle sue qualità, il giocatore francese ha avuto un battibecco con l’arbitro ed è stato espulso. Non sono chiari i motivi della discussione ma un capitano deve riuscire a mantenere i nervi saldi soprattutto in queste situazioni. Da pari ruolo all’interno del gruppo, pensi di assolverlo o non è stato l’esempio lampante di come ci si deve comportare quando si indossa la fascia al braccio? “In quella determinata situazione Theo Hernández non è stato l’esempio principe di come si deve comportare un capitano di una squadra. La partita era già finita e quell’espulsione non gli permetterà di giocare le due partite successive, perché la squalifica di un capitano viene raddoppiata in caso di protesta. Non conosco le parole precise uscite da quel dialogo, però non è stato assolutamente il modo corretto di affrontare un chiarimento con l’arbitro. È stata una partita particolare, il Milan ha sbagliato due rigori, peraltro il primo calciato proprio dal difensore francese, immagino che i nervi non fossero ben saldi in quei frangenti. Se l’arbitro ha optato per espellerlo avrà avuto i suoi motivi, di certo l’atteggiamento di Theo Hernández non è stato consono al ruolo che rappresentava in quel momento, questo è fuori da ogni dubbio”.

Per essere un vero capitano quali valori e principi bisogna seguire? “Il ruolo del capitano richiede tanta lucidità e concentrazione, non è per tutti e deve essere rappresentato da chi riesce a non farsi travolgere troppo dagli eventi, rimanendo sempre sul pezzo. Tra le tante attenzioni che cerco di porre ai miei compagni, una di queste riguarda proprio il discorso cartellini. Personalmente non riesco a mandare giù quelle ammonizioni prese per proteste, sono inutili, vanno solo a pesare nel corso della partita. La stagione scorsa mi era capitato spesso di affrontare questo argomento con la squadra, mi soffermavo soprattutto con Bonaccorsi e Di Munno, i più “agguerriti” in quegli attimi di discussione con l’arbitro. Per il resto lascio molta libertà ai miei compagni di squadra, sono dei ragazzi stupendi, mi fido di loro e questo mi rende indulgente, sanno benissimo come gestire i loro spazi e quali sono i limiti di comportamento da mantenere in un gruppo. La fascia di capitano mi impone di essere sempre un esempio, di questo ne sono felice e fa parte del mio essere, non ha per nulla cambiato la mia indole caratteriale. In allenamento cerco sempre di lavorare con intensità, mi impegno sempre al massimo perché voglio che l’attenzione di tutti sia sempre alta. Lavorare solo sugli aspetti tecnico-tattici sarebbe un errore marchiano, il giusto atteggiamento mentale è fondamentale, lo si coltiva ogni giorno e non solo in partita. Il nostro è un campionato duro da affrontare perché spesso sono gli episodi ad indirizzare l’esito di una partita, commettere un errore potrebbe costare caro, per questo sollecito tutti ad affrontare ogni allenamento con la giusta applicazione. Questo però non deve assolutamente portare ad una certa pressione interna, il tutto deve essere svolto con serenità e ottimismo. Mi piace quando scherziamo e stemperiamo la tensione del lavoro, è un’ulteriore energia positiva se fatto entro un certo limite, quando si esagera sono il primo a far capire il troppo eccesso e rimetto tutti in riga per riprendere l’allenamento. I miei compagni riconoscono il ruolo che possiedo ma vorrei allargare il campo anche ad altri giocatori importanti, considerati senatori della squadra. C’è rispetto verso tutti, però un occhio di riguardo viene rivolto anche a Bertoncini, Calcagni, Lancini e Lorenzini: se ogni tanto alziamo la voce è solo per tenere la squadra sul pezzo e ogni volta vediamo sempre una risposta positiva da parte di tutti perché, essendo ragazzi di sani valori e principi, capiscono la troppa esuberanza del momento e tornano subito ad allenarsi con responsabilità e vigore”.

Vuoi lasciare un messaggio ai tifosi azzurri e ai lettori di VaNovaraVa.it? “Mi auguro di vedere un “Piola” più numeroso a livello di spettatori, faremo di tutto per cercare di richiamare allo stadio più tifosi possibili. Non pretendo chissà che numeri, però vedere già un pubblico simile a quello visto nello scorso girone di ritorno sarebbe un bel risultato: nonostante un percorso travagliato avevamo notato una vicinanza incredibile da parte dei nostri sostenitori, dal campo si notava l’attaccamento che tutti dimostravano verso la squadra ed è stato un fattore determinante per raggiungere la tanto agognata salvezza. Spero che i tifosi tornino numericamente ma anche con maggiore sostegno, questa piazza ha sempre dimostrato un grande cuore e una profonda devozione verso questi colori. In queste prime giornate abbiamo sentito qualche mugugno e penso che chi si sia lamentato abbia avuto le sue ragioni, magari per il discorso abbonamenti o qualche risultato mancato. Un apporto positivo potrà solo aiutare le nostre prestazioni, insieme possiamo arrivare lontano e il nostro “Piola” ha già dimostrato di essere un fortino insuperabile per gli avversari. Torniamo ad essere così, noi faremo di tutto per riconquistarvi ma nel frattempo guidateci con il vostro calore e amore per la maglia azzurra, il vostro sostegno è unico e imprescindibile”.

Grazie a Roberto Ranieri per la disponibilità nel concederci questa intervista. Un ringraziamento anche all’Ufficio Stampa del Novara FC per la gentile concessione rilasciataci nella stessa.

Servizio di Alberto Battimo
Foto © Guido Leonardi

 



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