Fit check: trucco, palloni e tacco 12
Di Alice Previtali
Foto © Guido Leonardi
Leggo con euforia la formazione, mentre mi avvicino per oltrepassare i cancelli dello stadio che testimonia la sentita partecipazione a un derby storico, al pari del momento di “astemìa” di reti che sta vivendo il Novara FC. Nella formazione manca Ongaro, così tutte le speranze di portarci a casa non uno, ma ben tre punti, iniziano a inondarmi la testa. Quindi forse è vero, come dice Lo Monaco, che il mister ha carta bianca rispetto alla scelta dello schieramento in campo… oppure Gattuso è diventato così “spavaldo” da non ascoltare consiglieri e vertici annessi. Qualsiasi cosa sia, mi piace.
Il giorno dopo, all’alba di un risveglio completamente azzurro, i tifosi, raggianti per il trionfo, possono scegliere quale tipo di pensiero indossare: quello di chi sta ancora godendo per una vittoria alla quale non si sperava più, come togliersi il tacco 12 dopo una serata di ballo, oppure, tra chi li indossa seppur con innato stile (come qualcosa che mostra inevitabilmente le proprie pecche), levarsi i leggins. Entrambi gli outfit sono abbinati alla sconfitta della Pro Vercelli, da sempre nemica della Cupola, così come sono le ballerine ai piedi per gli occhi degli uomini.
L’attacco assente e zoppicante viene costantemente sostenuto dagli immancabili storici pionieri del centrocampo, che a turno salgono per dare una mano ai centrali a cui non bastano i passaggi esterni. È vero che cambiare il nome del problema da Ongaro a Ganz non nasconde i difetti di un’improponibile trucco “pesante”, ma quantomeno rinasce la speranza che - con un rattoppo consistente - si possa reggere la pesantezza dei segni del tempo. Bello l’esordio da titolare di Riccardi che, come un illuminante sul viso, accentua i fini lineamenti donandoci un’aria fresca e naturale, mentre è apparso troppo impostato in quella posizione Donadio, come una cravatta stretta a una festa ufficiale che non vede l’ora di esplodere, ma che in quel posto non lo può fare. Considerazione opposta su Morosini il quale, sempre ad una spanna dal fare la cosa giusta, manca di freddezza mirata e decisionale. Poi c’è Minelli che, come una gonna longuette nera, può anche essere lasciata appesa nell’armadio per molto tempo, ma la certezza di averla lì per indossarla al momento opportuno può davvero salvarti la serata.
In tutta questa sfilata di assist e passaggi con la palla, le certezze sono due: la prima è che ha fatto gol Davide Bertoncini, che nella vita fa il difensore ed è il più vecchio della squadra; la seconda è che Paolo Cannavaro è uno degli uomini più belli mai visti.