Esclusiva VNV: L’intervista a Omar Khailoti
Di Alberto Battimo
Si avvicina l’appuntamento più importante della stagione: nelle successive due domeniche ci giocheremo la salvezza nella sfida play-out contro il Fiorenzuola. Tanti i temi trattati, dall’atteggiamento in campo alla forza mentale da dimostrare per arrivare all’obiettivo. Bisognerà essere più forti degli infortuni, aspetto che purtroppo ci ha caratterizzato in questa stagione e che non ci ha mai dato tregua. Sfortunatamente non sarà uno dei protagonisti di questa doppia sfida ma, grazie a lui, abbiamo capito l’aria che si respira in questi ultimi allenamenti. Giocatore giovane e con tanta voglia di migliorarsi, il futuro è dalla sua parte. L’intervista si conclude con il “dilemma” Nazionale: Marocco o Italia? Lui è… Omar Khailoti.
Ci siamo! Questa è la settimana che ci porterà ad affrontare la prima gara play-out, domenica saremo ospiti del Fiorenzuola. Queste due settimane di stacco hanno permesso alla squadra di recuperare energie sia fisiche che mentali, in modo da tornare carichi al punto giusto per queste due partite decisive. Come stai vedendo la squadra da questo punto di vista? “Sono state due settimane salutari da tutti i punti di vista, soprattutto è stata decisiva quella precedente. L’assenza di partite, nello scorso weekend, ci ha aiutato molto nel raggiungere il pieno recupero e trovare quell’ulteriore spinta per affrontare al meglio queste due decisive gare. Ho visto i ragazzi in grande spolvero, soprattutto quelli che nel corso del campionato hanno accumulato più minuti nelle gambe. Sono rientrati con il piglio giusto. Quelli che erano assenti già da qualche settimana hanno avuto modo di riprendersi con più calma e questo ha aiutato nel percorso di recupero, poi vediamo chi sarà arruolabile in questi play-out ma di certo queste settimane sono state preziose per tutti. Da lunedì ci stiamo dedicando interamente alla preparazione della partita, tutti gli sforzi sono finalizzati sulla prima sfida di domenica, uniti e concentrati per raggiungere la salvezza”.
Il regolamento dei play-out ci permette di avere due vantaggi, giocare il ritorno in casa e salvarci anche in caso di doppio pareggio grazie alla migliore posizione in classifica. Il percorso in campionato ci ha visto soprattutto abili nel fare la partita rispetto a quando dovevamo gestire un risultato. Secondo te quale sarà la migliore versione del Novara per riuscire ad ottenere la salvezza? “Giocare il ritorno in casa è un vantaggio ma ci dobbiamo arrivare nelle giuste condizioni, sia dal punto di vista di squadra che di risultato. Sarà importante affrontare al meglio la gara di andata per poter poi giocarci le nostre possibilità davanti ai nostri tifosi. Vero che già a Fiorenzuola avremo una nutrita tifoseria azzurra al nostro fianco, è una bellissima immagine ma che non mi sorprende visto che è da tutta la stagione che ci seguono numerosi in ogni stadio. Il vantaggio che abbiamo in caso di totale pareggio è un aspetto che non dobbiamo considerare durante le due partite. Le prestazioni passate devono servirci da insegnamento: giocare per il pareggio non dovrà essere la soluzione ma dobbiamo entrare in campo e fare il nostro gioco. Ovvio che essere troppo offensivi sarebbe un altro tipo di errore, pensare di andare tutti all’attacco potrebbe essere pericoloso. Ci vorrà equilibrio e capacità nel saper leggere e valutare le varie situazioni, fare le scelte giuste basandoci sulle nostre idee e qualità. Nei finali abbiamo quasi sempre sofferto tanto, questo non dovrà accadere: non molleremo di un centimetro fino al fischio di finale, l’atteggiamento in campo sarà fondamentale per trasmettere a noi sicurezza e a loro difficoltà”.
Quanto possono influenzare, sia nel bene che nel male, le due vittorie contro di loro in campionato? “È una domanda che ci siamo posti anche noi nello spogliatoio e siamo arrivati a questa conclusione: non devono assolutamente incidere, sia per quanto riguarda la nostra prestazione, sia sotto l’aspetto mentale. Si deve resettare tutto, ci aspettano due gare decisive, non avranno nulla a che fare con le partite di campionato. Vietato sbagliare! Se in campionato si poteva rimediare, soprattutto nella gara di andata, adesso ci giochiamo tutto in 180 minuti. Siamo in un’altra situazione e la parte emotiva sarà ancora più importante, rispetto alla parte tecnica che è già abbastanza collaudata”.
Le dichiarazioni post-partita del mister del Fiorenzuola Tabbiani, dopo l’ultimo match di campionato, hanno già dato il via a questi play-out. Aveva definito netta la superiorità del Novara evidenziando un atteggiamento troppo dimesso da parte della sua squadra. Visto che la differenza tecnica si è vista, sembra che il loro allenatore voglia spostare tutta la pressione su di noi per liberare i suoi giocatori da un peso, magari, per loro ingestibile. Come state preparando questa doppia gara a livello mentale? “Non so se dietro a queste parole ci sia una strategia ben studiata del loro mister. Vorrei comunque ricordare che il Fiorenzuola ha compiuto un girone di ritorno da protagonista, basta quello che hanno fatto per farci capire che è una squadra impegnativa da affrontare e che ci potrà mettere in difficoltà. A mio parere l’ultima gara di campionato non deve trarre in inganno, domenica non vedremo quel Fiorenzuola. Siamo sicuri di questo e dovremo prepararci nel migliore dei modi per affrontare un avversario tosto e mai domo, sarà una “guerra sportiva" di tutto rispetto. Mantenere i nervi ben saldi sarà fondamentale: sarà importante non farsi trascinare dagli eventi ed avere la giusta lucidità, la forza di una squadra si vede anche da queste cose e non è solo racchiusa dalla parte tecnica”.
La “spada di Damocle” che ci ha accompagnato per tutta la stagione sono stati gli infortuni. Quasi ad ogni partita perdevamo un elemento, obbligando il mister a fare delle scelte sovraccaricando certi giocatori per il troppo impiego in campo. Purtroppo è già dalla stagione scorsa che siamo falcidiati da una serie costante di indisponibili, un’anomalia che stiamo continuando a pagare. Visto che c’eri anche la scorsa stagione, qual è la tua spiegazione a tutte queste continue defezioni? “Hai ragione, è una problematica che ci portiamo dietro dalla scorsa stagione. Pensavamo fosse il tipico anno funesto che può capitare, invece la stessa situazione si è ripresentata anche quest’anno. Purtroppo ha coinvolto anche me, dispiace non aver aiutato la squadra in certi momenti della stagione. Ci chiediamo tutti quale possa essere il motivo di questa brutta costanza che ci perseguita, secondo me non può essere solo sfortuna ma allo stesso tempo non so neanche dare un motivo preciso. Mi auguro che si possa trovare una quadra anche sotto questo aspetto: avere ampia disponibilità nelle scelte è un bene per tutti, questo ci è mancato e secondo me ha anche inciso negativamente in determinati frangenti”.
Sfortunatamente anche tu sei finito più volte nelle lista degli indisponibili. Eri partito titolare nell’ultima partita di campionato ma poi, un problema muscolare, ti ha costretto ad abbandonare il terreno di gioco già a metà primo tempo. Come stai e a che punto sei del recupero? “Mi sento meglio rispetto a qualche giorno fa ma i tempi di recupero sono un po’ più lunghi. Alla fine si è trattato di un risentimento muscolare, non credo proprio di riuscire a rientrare in tempo per i play-out. Mi dispiace tantissimo, aiutare la squadra nel raggiungere la salvezza mi sarebbe piaciuto, è un peccato perché ci tenevo a dare tutto in campo. Proverò ad essere d’aiuto sotto altri profili, le partite si costruiscono anche fuori dal campo, cercherò di essere vicino ai miei compagni incitandoli e accompagnandoli al meglio a questo doppio appuntamento”.
Questa tua stagione altalenante, dal punto di vista delle presenze, non ti ha mai aiutato a trovare le condizioni migliore. Per un giocatore è importante conoscere il proprio corpo e capire fino a dove può essere sollecitato. Come si affronta mentalmente una situazione del genere? Stai seguendo un programma specifico per ridurre sensibilmente questi forfait? “Personalmente è una situazione difficile, pensare di aver recuperato e dopo qualche partita essere già fuori è sempre un brutto colpo da mandare giù. Questa situazione mi fa soffrire, ogni volta devo ripartire e non è facile se avviene incessantemente da un po’ di tempo. Si dice che “la pazienza è la virtù dei forti”, credo molto in questo e andrò avanti mantenendo questa disposizione. Voglio credere che prima o poi tutto questo passerà, ad ogni recupero penserò che questo sia l’ultimo. Il lato positivo, se proprio vogliamo trovarlo, è che questi stop mi stanno facendo conoscere il mio corpo e capire i miei limiti in determinate situazioni fisiche: questo mi permetterà, a lungo andare, di attuare i comportamenti idonei e fare le scelte giuste in base ai segnali che il mio corpo mi invierà. Adesso non sto seguendo nessun programma specifico. Visto che comunque non sarò disponibile per queste due partite potrò recuperare con calma e con i tempi giusti. Ci sarà modo, questa estate, di trovare un programma ad hoc per le mie condizioni, il mio auspicio sarà quello di tornare ad assaporare la gioia del campo con una certa stabilità e rendermi sempre disponibile per aiutare la squadra”.
Questo è il tuo secondo anno a Novara, quando sei stato chiamato in causa hai sempre dimostrato una certa sicurezza e affidabilità. Sei in una fase di crescita importante della tua carriera, viverla a Novara è sicuramente un plus in più. In quali aspetti pensi di essere migliorato grazie al tuo biennio sotto la Cupola? Quanto aiuta a progredire, il lavorare in un ambiente così sereno e ben organizzato come quello azzurro? “A Novara ho trovato l’ambiente giusto per crescere e migliorare. La società è seria, con idee e progetti importanti: quando fai parte di una squadra con questo intento non puoi che potenziare le tue abilità e accumulare tanta fiducia e sicurezza. Mi sento un ragazzo maturo: quando i miei compagni si sentono tranquilli e sereni, quando sono in campo, non fanno altro che aumentare la mia autostima e di conseguenza tutto il mio bagaglio tecnico. Posso affermare che tutti possono contare su di me, questo aspetto non l’avevo assimilato in precedenza. Devo ringraziare Novara, tutto lo staff e i giocatori per avermi inculcato questa percezione: è un valore per me molto importante, essere riuscito a trasmettere tutto questo mi fa capire che la strada che ho intrapreso è quella giusta, devo solo migliorarla con il tempo perché non mi considererò mai arrivato ma ci sarà sempre un qualcosa da perfezionare. In tutto questo, un ruolo fondamentale è anche lavorare in un ambiente sano e consapevole. Voglio estendere il mio ringraziamento anche ai magazzinieri, loro sono i primi a mettermi nelle giuste condizioni per lavorare bene e con la giusta armonia. Un plauso anche allo staff medico, purtroppo mi ha visto spesso in questi ultimi tempi ma non posso che lodare il loro lavoro e sottolineare l’attenzione che dedicano a ciascuno di noi. Non per ultimi i tifosi, semplicemente meravigliosi. Mi hanno sempre dimostrato la loro vicinanza e percepisco il loro bene, a prescindere dalla situazione sportiva. Lavoro con grande serenità perché avverto un appoggio incondizionato, questo clima mi permette di allenarmi bene e crescere nelle migliori condizioni possibili”.
Hai calcato i campi molto presto, questo ti ha permesso di prendere subito confidenza con varie situazioni di gioco e atteggiamenti, senza dimenticare che hai già debuttato in Serie A con la maglia del Bologna alla “Scala del calcio". Quei circa trenta minuti contro l’Inter, peraltro ben figurando, quale visione del futuro ti hanno generato? “Quel debutto in Serie A ha cambiato molte cose in me, ho più fiducia nel mio futuro. Giocare a “San Siro” contro l’Inter, indossando la maglia di una squadra gloriosa come Bologna, è stato un mix di sensazioni indimenticabili. Ogni bambino sogna un’occasione del genere, io ne ho avuto la possibilità e sono felice di aver vissuto da protagonista buona fetta di quella partita. Quel momento mi aveva fatto capire che il calcio poteva diventare un lavoro e non solo piacere e divertimento. Ho cominciato ad avere pensieri diversi, lavorando con maggiore determinazione e convinzione. Ho avuto un riscontro positivo anche più avanti, grazie anche al Novara sono ancora convinto delle mie idee e vado avanti con grande spinta e ottimismo”.
Sei stato convocato dalla Nazionale Under 23 del Marocco per un training camp un paio di anni fa. Questa esperienza non conta come ufficiale e ciò ti permette ancora di poter scegliere a quale Nazionale appartenere tra quella marocchina e italiana. Ti sei già portato avanti e hai già scelto, oppure attendi la chiamata da una delle due selezioni per poi decidere di conseguenza? “Indossare la maglia della Nazionale è sempre emozionante e motivo di orgoglio. Sono tutte bellissime esperienze, le affronto con grande serietà e impegno. Non ho giocato partite ufficiali e posso ancora scegliere, però finora è stata solo la selezione marocchina a convocarmi. Preferisco vivere il momento, faccio quello che posso gestire, tutto il resto verrà valutato e deciso al momento. Adesso sto accettando con grande euforia e gioia le varie chiamate, però ammetto che ancora non ho preso una decisione ufficiale su questo tema”.
Tra meno di due settimane conosceremo il nostro destino: vuoi lasciare un messaggio ai tifosi azzurri e ai lettori di VaNovaraVa.it? “Ai tifosi prometto che tutta la squadra andrà oltre i propri limiti per raggiungere la tanta agognata salvezza. La vostra risposta è stata esemplare, sarete tantissimi a Fiorenzuola e mi aspetto tanto calore anche nel nostro “Piola”. Sono certo che tutto questo accadrà, il vostro sostegno ci permetterà di accumulare quella speciale energia che solo voi sapete trasmetterci. Ci aspettano due finali, tutti uniti verso l’obiettivo!”.
Grazie a Omar Khailoti per la disponibilità nel concederci questa intervista. Un ringraziamento anche all’Ufficio Stampa del Novara FC per la gentile concessione rilasciataci nella stessa.