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Esclusiva VNV: L’intervista a Filippo Lorenzini


Di Alberto Battimo

Difensore di notevole capacità e maturità. Il suo arrivo a gennaio ha contribuito a innalzare le qualità nel reparto e i motivi di questo bel passo in avanti sono spiegati in questa intervista. Manca sempre meno alla fine del campionato, le partite diventano sempre più decisive e c’è una salvezza da raggiungere, per questo ogni elemento diventa fondamentale. Il calcio può dare molto anche fuori dal campo, le sue testimonianze sono veri esempi di amore e passione per lo sport più amato dagli italiani. Lui è… Filippo Lorenzini.

A Crema è arrivato il settimo pareggio consecutivo: la sfida contro la Pergolettese era una ghiotta occasione per uscire dai play-out. Nell’analizzare la prestazione generale del Novara spiccano i primi quindici minuti del secondo tempo, nei quali la squadra si è riversata in avanti con grande padronanza meritando la rete del pareggio grazie al guizzo in area di Calcagni. Successivamente la partita è tornata ad essere abbastanza equilibrata, occasioni da ambo le parti e con i portieri assoluti protagonisti. Vista l’importanza della partita e la prova tangibile nel riuscire a dominare sull’avversario, come mai non si è riusciti a proseguire su questa strada anche dopo la rete del pari? “La prima parte del secondo tempo è stata arrembante, quella rete subita a pochi secondi dal duplice fischio ci aveva lasciato un grande amaro in bocca perché non meritavamo di chiudere il primo tempo al passivo. La nostra è stata una reazione di nervi, eravamo consapevoli di poterli fare male e alla fine tutti i nostri sforzi sono stati ripagati con la rete del pareggio. Purtroppo quell’incessante assalto nella loro area di rigore ci ha tolto tanto, sia dal punto di vista fisico ma anche della lucidità. I cambi attuati dal mister sono stati il chiaro esempio del nostro intento, volevamo raggiungere comunque la vittoria gettando nella mischia forze fresche e giocatori in grado di dare manforte all’intera squadra. Ripenso ancora all’occasione di Ongaro, un peccato non avere concretizzato quell’azione perché ai punti meritavamo di vincere. Non siamo più riusciti a dimostrare quell’intensità vista nei minuti iniziali del secondo tempo, però abbiamo creato lo stesso varie occasioni giocando in una maniera diversa ma sempre efficace. In questo modo abbiamo anche concesso qualcosina all’avversario, è inevitabile ma è stata brava tutta la squadra a comportarsi bene anche in fase di non possesso. È un pareggio che ci sta stretto, non è la prima volta che usciamo dal campo con l’amarezza nel non essere riusciti a conquistare l’intera posta in palio, ci dispiace per questo. Vediamo comunque il lato positivo: lo svantaggio iniziale non ci ha disunito anzi, grande cuore e carattere da parte di tutti, una reazione non banale in una sfida importante e un controllo generale della gara gestito con intelligenza e raziocinio. Ripartiamo da queste nostre solide basi per raggiungere il nostro obiettivo finale”.

Nelle dichiarazioni post-partita ha spiazzato una considerazione rilasciata da Calcagni, sicuramente uno dei migliori in campo domenica. Nel commentare questo pareggio, il nostro centrocampista “tuttofare” ha affermato che l’obiettivo principale era non dare punti alla Pergolettese, con la vittoria come secondo obiettivo. Come bisogna interpretare questa dichiarazione? “Secondo me Riccardo ha affermato il cambiamento di obiettivi a gara in corso in base all’andamento della partita. La rete subita ha reso la nostra gara in salita, loro avevano un vantaggio importante da difendere e quindi diventava fondamentale acciuffare il pareggio per non vederli scappare in classifica. In questa situazione era doveroso rispondere a dovere e ci siamo riusciti tirando fuori tutto il nostro carattere, poi dopo il primo obiettivo della partita raggiunto abbiamo cambiato approccio ma la mentalità della vittoria è sempre rimasta nella nostra testa, non abbiamo mai pensato di accontentarci di un punto. Vorrei sottolineare la nostra grande prova dal punto di vista morale, non era facile rimanere sul pezzo nonostante venissimo da delle rimonte subite sul filo di lana, vedi le sfide contro Renate e Pro Vercelli. Il pareggio del derby poteva essere un macigno pesante da mandare giù, ma noi siamo stati bravi a reagire e a portare a casa un punto fondamentale per continuare a credere nella salvezza diretta”.

Mancano cinque partite alla fine del campionato, abbiamo ancora varie strade possibili per ottenere la salvezza diretta. A prescindere dai prossimi avversari, con quale atteggiamento mentale la squadra dovrà affrontare questa parte decisiva della stagione? “L’aspetto mentale è sempre importante, adesso ancora di più. Molte volte delle giocate non ti riescono perché non sei lucido di testa, per questo reputo fondamentale questo aspetto nelle partite successive. Dovremo farci trovare pronti, le occasioni diventano sempre meno e il margine di errore si assottiglia. Siamo una squadra forte e consapevole del nostro percorso: sono arrivato a gennaio ma ho avuto modo di farmi raccontare dai miei compagni tutte le vicissitudini e le sensazioni vissute nella prima parte di stagione. Grazie a queste testimonianze mi sono sentito subito parte integrante della squadra, è un gruppo sano e voglioso di uscire da questa situazione. Pensare a dove eravamo qualche mese fa e vederci ora lottare anche per una salvezza diretta è segno del grande lavoro svolto da tutte le parti in causa, ognuno ci ha messo del suo per arrivare a giocarci il nostro obiettivo fino alla fine. Non è facile come percorso, qualche punto perso per strada è il nostro rammarico più grande, ma guai a darci per sconfitti. In ballo ci sono ancora quindici punti e faremo di tutto per conquistarne il più possibile”.

Nella sfida contro il Lumezzane la vittoria dovrà essere l’unico esito possibile, non sarà facile visto che i lombardi vorranno consolidare il loro ingresso nei play-off. Come vi state preparando a questa partita e su quali aspetti vi state maggiormente concentrando per cercare di ottenere una svolta importante anche dal punto di vista del risultato? “Si parla sempre di una mancanza di incisività in fase offensiva, ma secondo me stiamo facendo bene e ho notato dei miglioramenti rispetto a qualche settimana fa. Domenica scorsa avevamo di fronte tanti giocatori esperti e lo stesso discorso ci sarà sabato, il Lumezzane ha una rosa composta da giocatori navigati e capaci nel saper gestire al meglio queste fasi cruciali della stagione. Il loro cammino ne è la prova, se stanno lottando per un posto play-off significa che hanno trovato un equilibrio generale di non poco conto. Questo però non ci frena assolutamente, stiamo preparando la gara di sabato lavorando sulle nostre qualità e cercando di affinare quell’intesa che è già presente, ma anche un lieve miglioramento potrebbe rappresentare un grande passo per queste ultime partite. A livello difensivo stiamo cercando di limare qualche piccolo dettaglio, nelle ultime settimane qualche errore è stato fatto e abbiamo concesso qualche occasione evitabile. Siamo tutti concentrati e dediti al lavoro, ci parliamo e vogliamo sbagliare il meno possibile per mantenere inviolata la nostra porta. In attacco noto una serenità maggiore e questo lo si vede in campo perché molti riescono ad esprimersi appieno e a trovare le giuste dinamiche di gioco”.

Sei stato uno degli acquisti di gennaio con l’obiettivo di dare più sicurezza e affidabilità in fase difensiva, insieme a Lancini. Da quando ti sei impadronito della titolarità, la squadra ha subìto solo nove reti in undici partite. Le trentadue reti incassate nel girone di andata sono solo un cattivo ricordo. Da giocatore esperto e attento esaminatore, quali problemi avevi riscontrato al tuo arrivo e cosa pensi di aver aggiunto in più a tutto il reparto, sia dentro che fuori dal campo? “Come dicevo in precedenza ho trovato un gruppo sano e questa è la giusta base di partenza per lavorare in armonia, con l’obiettivo quotidiano di aggiungere dei risultati in ogni settore analizzato. Il nostro parco difensori è composto da tanti giocatori forti, forse la pecca è stata proprio la mancanza di esperienza. In rosa c’è sempre stato Davide Bertoncini, un giocatore troppo importante per questa squadra, ma per colpa di fastidi fisici non è riuscito a dare quel contributo costante che poteva agevolare tutto il reparto. A gennaio io ed Edoardo Lancini abbiamo solo trasmesso più sicurezza, ma solo perché abbiamo alle spalle tanti anni di calcio e quindi abbiamo accumulato più certezze. Anch’io, nei primi anni da calciatore, ero alla ricerca di una stabilità e con l’aiuto dei vari compagni, staff e della mia voglia di crescere e imparare, penso di aver raggiunto un livello importante per riuscire a dare una mano significativa in difesa con il passare delle stagioni. I nostri giovani difensori sono ragazzi eccezionali, possono tranquillamente fare bella figura in questa categoria. Se i numeri del reparto sono migliorati il merito deve essere condiviso anche con loro. La disponibilità e dedizione al lavoro dimostrata sono encomiabili, sono sulla strada giusta e hanno il futuro dalla loro parte. Se vogliamo allargare il campo dei meriti è tutta la squadra che ha trovato una certa stabilità in campo, anche i nostri centrocampisti e attaccanti devono essere menzionati perché il loro impegno in fase di non possesso è fondamentale per non farci trovare impreparati in situazioni precarie e difficili da contrastare”.

Durante la tua conferenza di presentazione il direttore generale, Pietro Lo Monaco, evidenziando i punti fondamentali di una stagione per vivere un campionato da protagonisti, aveva affermato quanto i giocatori siano sensibili al giudizio degli organi di stampa con relativo effetto sul campo. Dal tuo punto di vista ti influenzano, nel bene e nel male, le opinioni dei giornalisti? Come vedi questa situazione in base alla tua esperienza? “Secondo me si tratta di un argomento soggettivo che richiede tanta forza mentale. Siamo continuamente messi in discussione: quando giocavo a Catania, il giorno dopo la partita mi bastava fermarmi al semaforo per trovarmi un sacco di persone pronte a parlarmi e ad analizzare insieme la partita del giorno prima. Ovviamente il tema del dialogo dipendeva anche dal risultato ottenuto, senza dimenticare i giornali locali, che dedicavano articoli pieni di commenti, voti e analisi della partita. È sempre stato impossibile scappare da queste notizie, rimanere all’oscuro non è per nulla facile. Anche in questo caso gioca un ruolo fondamentale l’esperienza, personalmente ho cercato di dare meno peso alle notizie, devono essere lette e giudicate ma senza che diventino gravose dal punto di vista prestazionale. L’importante è non farsi distrarre, ammetto che anch’io da giovane andavo a vedere i voti che mi davano e capitava di non trovarmi d’accordo sul giudizio dato. Sono arrivato ad un’età in cui riesco a capire da solo quando ho giocato bene e quando invece ho sbagliato, senza avere paura di ritenere positivo o negativo il mio rendimento. Ancora oggi leggo le opinioni della stampa, fa parte del lavoro di voi giornalisti e quindi la palla poi passa a me che devo essere capace di leggerli con curiosità ma senza nessun tipo di pressione addosso. Pensa che i primi sono i miei familiari che mi inviano qualsiasi notizia o frase sul mio conto, in qualche modo ci casco sempre nella lettura di qualche articolo ma voglio che diventi un qualcosa di costruttivo per la mia crescita. Molte volte ti aprono gli occhi e ti permettono di confrontare un personale giudizio con chi invece ti ha visto da fuori. Ci si trova in questo filo sottile dal quale non bisogna cadere, però se si ha la capacità di dare la giusta importanza e considerazione tutto ciò potrebbe anche diventare una risorsa dal punto di vista emotivo”.

L’obiettivo salvezza non vi distrae da varie iniziative fuori dal campo. In settimana Ranieri e Urso hanno fatto visita agli alunni delle classi seconde dell’istituto comprensivo “Borgomanero 2” e di varie scuole primarie, nell’ambito del progetto “Fair-play: il cartellino azzurro”. Educare i più piccoli a rispettare l’avversario ed essere leali è un grande passo per farli crescere al meglio e aiutarli a relazionarsi attuando sani valori e principi della vita nella loro quotidianità. Il calcio ricopre un ruolo fondamentale anche in questo, è lo sport più seguito in Italia e voi calciatori siete anche dei punti di riferimento. In concreto cosa può fare un giocatore da questo punto di vista, per incentivare i bambini a venire allo stadio per tifare la loro squadra e, allo stesso tempo, trasmettere tutto ciò che lo sport ha di positivo nella vita di tutti i giorni? “Personalmente vorrei fare capire a chi mi segue quanto sia fondamentale praticare qualsiasi sport nella vita di tutti i giorni. Oltre ai benefici fisici, di positivo c’è il continuo stare insieme in modo da creare opportunità di nuove amicizie e rapporti. Ancora più bello quando si conoscono compagni di altre nazionalità, confrontarsi e ampliare le conoscenze anche da diversi punti di vista ti valorizza ancora di più. Sono legami che ti porterai dietro per sempre, ti fanno crescere molto e nella vita possono sempre esserti d’aiuto. Sono d’accordo nel riuscire ad avvicinare sempre più giovani allo stadio, il calcio è lo sport più seguito in Italia. Penso che la maggior parte dei bambini abbiano sempre voluto fare il calciatore da “grande”, questo sogno deve essere portato avanti sempre nel rispetto dell’avversario e con una concezione di vita accogliente e con i giusti ideali. In tanti nella mia famiglia seguiamo il calcio con passione e interesse, nel nostro piccolo cerchiamo di trasmettere questa passione a tutti. I miei genitori ci sono riusciti sia con me che con mio fratello, quindi posso dire di aver vissuto sulla mia pelle quanto sia influente lo sport in ciascuno di noi. Quando vedo i nonni portare i loro nipoti allo stadio è sempre per me una bella emozione perché vuol dire che il legame ancora esiste, è forte e deve essere portato avanti”.

Vuoi lasciare un messaggio ai tifosi azzurri e ai lettori di VaNovaraVa.it? “Ai tifosi chiedo di starci vicino perché il vostro sostegno e affetto sono fondamentali per riuscire a superare al meglio queste ultime cinque partite di campionato. Il vostro supporto è unico, non ci avete mai fatto mancare la vostra vicinanza e continuate ad accompagnarci in questa fase delicata perché solo voi riuscite a trasmetterci quel quid in più da dimostrare in ogni giornata. Nel derby vi ho visto numerosi e carichi, la vostra energia è linfa vitale per noi. Vorrei tanto vedere uno stadio pieno come quella sera, in questo momento abbiamo più che mai bisogno di voi!”.

Grazie a Filippo Lorenzini per la disponibilità nel concederci questa intervista. Un ringraziamento anche all’Ufficio Stampa del Novara FC per la gentile concessione rilasciataci nella stessa.

Servizio di Alberto Battimo

 



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