Niccolò, il fiore che sboccia
Di Alice Previtali
Niccolò Corti (nella foto) è l’eccezione che conferma la regola. E la regola nello sport è solo una: non esistono regole alcune. Quando Di Battista presentò tra i nuovi acquisti l’attaccante pugliese, classe 2001, nessuno l’ha guardato con occhi speranzosi perché il suo profilo “Transfermarkt” parlava chiaro: non segna un gol da due stagioni, ovvero da quando si è inserito con la Serie C nella Giana Erminio (2021-2022), copia e incolla nella stagione successiva (2022-2023) con il Monopoli: 16 presenze e 0 gol. È vero che la campagna acquisti novarese ha avuto come obiettivo puntare sui giovani e monetizzare il meno possibile ma aleggiava comunque nell’aria una domanda: perché Di Battista ha investito su un giocatore che, secondo gli algoritmi ed il calcolo probabilistico, non avrebbe portato nulla di diverso dai due anni precedenti?
Nella conferenza del 28 luglio scorso lo stesso DS risponde con tono quasi ironico e discolpante, alla domanda subdola dei giornalisti “Non sono i gol la caratteristica che mi ha spinto a puntare su di lui, se arriva lucido davanti alla porta ci darà grandi soddisfazioni”. E nell’ultima amichevole di Milanello è successo, segnando un gol oltretutto alla squadra che l’ha svezzato, essendo cresciuto nelle giovanili del Milan, un gol che ha ingannato il portiere di Serie A e che gli ha permesso finalmente di tornare ad esultare per sé stesso. Meritatamente, a dimostrare che in campo tutto è possibile.
Nulla di scontato ma forse questo succede a chi non perde le speranze e che pone il suo talento al servizio della squadra che se viene costituita valutando le capacità intrinseche e non le pagelle potrebbe davvero sorprenderci. Se avessimo dovuto scegliere in base alle “regole scritte” anche il mister, probabilmente nemmeno Buzzegoli sarebbe stato dei nostri. O forse semplicemente le cose stanno funzionando. Non per caso, non per la quiete dopo la tempesta. Anche a Rossetti è successo la stessa cosa dopo un anno di carestia da gol, quando si dice che due indizi fanno una prova. Non è fortuna, non è magia. Semplicemente la squadra attuale è sobria ed efficace, tanto da far sbloccare gli animi.