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Caffè amaro e tacco 12


Di Alice Previtali

Ci sono sfide che si aspettano con più palpitazione. E no, non sto parlando del Milan… Ci sono squadre a cui vuoi bene senza alcun motivo particolare, se non per amore a prima vista, dopo averle viste giocare in campo. E no, neanche ora parlo del Milan.

Quando a inizio della scorsa stagione seguivo il calcio dilettantistico, non ho potuto non invaghirmi della RG Ticino, chiaramente proiettata in avanti e arrivata dove esattamente (e meritatamente) avevo immaginato arrivasse. No, non è questione femminile di scelta per la bella maglia perché, detto tra noi, a me il verde sui vestiti poco convince. È questione di sensazione, empatia, odore.

È questione che sabato mattina, prima di andare a Romentino, la colazione dovrebbe essere fatta con un caffè amaro, perché in mezzo a tutto quel “verde maglia”, ce n’è una che fino ad una manciata di giorni fa scoppiava di azzurro, un azzurro pluriennale, un azzurro che ha costituito la bandiera, il blasone, la piazza. Un azzurro di quegli azzurri che, anche da chi è azzurra da poco come me, un po’ di magone se lo fa venire.

È chiaramente una menzogna ritenere il contrario, è un dato di fatto che nel calcio odierno non esiste più la fedeltà ad un’unica squadra, nessuno è in catene e questo liberismo, a volte, è solo un bene per lo stesso calciatore o per la società. Eppure, quando vediamo “qualcuno” passare ad altra squadra ci rimane sempre un po’ di amaro in bocca, come un caffè carico di rimpianti, carico di “se fosse ancora nostro”. Siamo noi, incalliti romantici sportivi, a rimanerci male, a pensare a cosa avremmo potuto fare di diverso, a quanto gli stava meglio la nostra maglia, a quante emozioni avrebbe potuto darci ancora invece che condividerli con l’altra… a cosa abbiamo fatto di sbagliato per farlo scappare, al perché non abbiamo saputo capirlo.

Quando questo qualcuno si chiama Pablo Gonzalez e quest’altra è la RG Ticino si rischiano i rimorsi. Perché diciamolo… se l’ex ci molla per “qualcosa” di peggio (con tutto il rispetto possibile per la società di patron Presta), quel sorrisetto della consapevolezza ci fa sentire decisamente superiori e i sensi di colpa vengono smorzati di fronte alla nostra illusoria superiorità. Ma quando la nuova “pupa”, pur ad un passo indietro da noi a livello ufficiale (ma che abbiamo potuto conoscere vis-a’-vis), ha tutte le caratteristiche per evolversi ed arrivate dove siamo noi, beh… allora fa male.

Perché “quella”, oltre che vincente e dalle belle forme, ha anche un’anima - seppur verde - che porta con la stessa eleganza di un tacco 12. L’ex è andato con quella che sta imparando a sculettare e le esce anche bene. Ma Pablo Gonzalez è andato via perché anche i migliori amori finiscono e fermarsi prima di rovinare qualsiasi ricordo, a causa di esasperazione od obbligo, fatica o noia, o per qualsiasi altro motivo… fa di lui un signore, dall’anima azzurra.

L’intelligenza fa andare oltre, a rimettersi in gioco senza cancellare il passato, perché ammettere che le cose terminano significa avere il coraggio di cambiare, di cominciarne altre diverse, autentiche e non sostituibili con le precedenti. Forse, semplicemente, più mature. E la nuova pupa verde, questo lo sa. E, in fondo, anche noi…

Servizio di Alice Previtali

 



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