Esclusiva VNV: L’intervista a Michelangelo Vitali
Di Alberto Battimo
Quando termina una stagione bisogna tracciare un bilancio per valutare tutti gli aspetti da prendere in considerazione. È una fase importante perché è il primo passo per concentrarsi sul campionato successivo, analizzando tutte le componenti principali per permettere alla società di mantenere i conti in ordine ma, allo stesso tempo, di non lesinare sulla qualità della squadra. Questo equilibrio da mantenere deve essere valutato e controllato dal Direttore Generale, un ruolo importante che richiede tanta attenzione nel non lasciarsi sfuggire nessun particolare. A Novara da un anno se ne occupa una persona di grande spessore, con alle spalle un curriculum di notevole valore. Tante novità in arrivo ma sarà importante rafforzare sempre più il legame con i tifosi, perché tutto parte da questa simbiosi. Lui è… Michelangelo Vitali.
Si è conclusa da poco la stagione del Novara FC. La sconfitta nella prima gara play-off contro la Virtus Verona ha concluso anzitempo il nostro cammino. È stata una stagione complicata e difficile, la squadra non è mai riuscita a trovare una certa continuità di rendimento e risultati. Dal punto di vista societario, qual è il vostro giudizio? “Bisogna partire da un presupposto: Novara FC è una società nata da pochissimo, non ha neanche due anni di vita. Il debutto in campo si è concluso con il primo posto nei dilettanti e subito dopo ci siamo catapultati nella nostra prima stagione nel campionato professionistico. Quando sono arrivato a Novara avevo subito notato che il lavoro da compiere era tanto, c’erano da costruire prima le basi per potere poi dar vita a qualcosa di importante. Avere delle fondamenta solide e ben organizzate è un aspetto decisivo se si vuole iniziare un progetto vincente e che duri nel tempo. Questo obiettivo a lungo termine ci ha imposto un lavoro diverso, volto soprattutto a trovare una certa metodica e un programma ad hoc per il nostro scopo. Il budget che il patron ha messo a disposizione era abbastanza cospicuo, non a caso siamo stati la sesta società con il monte ingaggi più alto nel nostro girone. Questa disponibilità ha dato a tutti noi una certa dimensione, abbiamo pensato che già da questa stagione si potesse ottenere qualcosa di importante e tutti ci abbiamo creduto fino all’ultimo, giustamente. Nel nostro percorso abbiamo incontrato delle difficoltà e secondo me ci potevano anche stare, visto appunto i primi passi che questa società sta muovendo in questo settore: purtroppo non siamo stati sufficientemente bravi ad affrontare al meglio queste difficoltà e uscirne nel migliore dei modi. Sono d’accordo che è stata proprio la continuità la principale mancanza, siamo stati troppo precipitosi nel voler cambiare certe situazioni e questa frenesia l’abbiamo pagata cara. Nonostante questi intoppi abbiamo intravisto le potenzialità che questa rosa aveva al suo interno, le vittorie ottenute contro squadre di vertice non sono nate per caso. Tanti punti li abbiamo invece persi contro squadre di bassa classifica e questo è un grande rammarico, perché avremmo potuto finire la stagione regolare in una posizione molto più alta. Prima di venire a Novara sono stato Direttore Generale del Como per tre anni e nella mia prima stagione lariana la squadra era in Serie C e non si era neanche qualificata per i play-off, mentre il Novara ha centrato comunque un buon obiettivo anche se ci si aspettava un cammino diverso per raggiungerlo. Sicuramente dovevamo fare meglio a Verona ma personalmente non definisco negativa questa stagione, ho letto da alcune parti questa espressione ma non sono d’accordo”.
Si dice che “sbagliando si impara” e anche nel calcio è un proverbio che deve essere seguito per evitare di ricadere negli stessi errori e pagarne le conseguenze. Anche nei periodi più bui bisogna cercare di analizzare ogni sfaccettatura e trarre i giusti atteggiamenti per programmare un futuro diverso e più roseo. Partendo dalla preparazione estiva dell’anno scorso fino ad arrivare all’ultima gara di Verona, quali sono state le eventuali imperizie che vi serviranno da lezione per costruire la squadra che verrà? “A livello sportivo ribadisco la mancanza di continuità e l’errore nell’aver affrontato certi momenti della stagione in maniera convulsa. Probabilmente abbiamo puntato su un gruppo di giocatori che non avevano una certa esperienza e una determinata personalità nel puntare a degli obiettivi importanti, queste secondo me sono le pecche principali che hanno caratterizzato il nostro percorso. Dal punto di vista gestionale penso che abbiamo intrapreso la strada giusta, c’è ancora tanto da fare e migliorare, ma secondo me abbiamo già creato delle basi importanti che cercheremo di sviluppare nell’immediato futuro”.
Adesso c’è da pensare alla prossima stagione. Il primo passo è definire chi sarà l’allenatore del prossimo anno ed esaminare quei contratti “pesanti” in modo da trovare una soluzione che possa accontentare tutti. Visto che le spetta questo difficile compito, come pensa di gestire queste situazioni e quali condizioni prenderà in considerazione per far propendere per una scelta piuttosto che per un’altra? “Per questa stagione il presidente ha fatto uno sforzo economico non indifferente per provare a dar vita a un bel sogno già in questo campionato. Uno degli obiettivi societari sarà quello di ridurre alcuni costi che, effettivamente, sono stati molto elevati e lavoreremo seguendo questa direzione. Avere a libro paga tre staff tecnici e giocatori con salari importanti è un aspetto del nostro lavoro che dovrà essere preso in considerazione: punteremo ad abbattere questi costi perché pesano molto sulle casse della società. Risolto questo aspetto fondamentale cercheremo di puntare sui giocatori giovani e di prospettiva, dobbiamo voltare pagina perché sotto il profilo del minutaggio siamo state una delle poche società a non aver dedicato un importante spazio ai talenti del domani. Queste sono le linee guida del presidente, ha speso tanto e purtroppo non è arrivata la soddisfazione più grande. È giusto tutelare anche il suo interesse personale, cercando comunque di creare una squadra di livello e che possa giocarsela con tutti”.
Patron Ferranti è alla ricerca di nuovi soci per capire anche su quali basi costruire la nuova rosa per puntare a determinati obiettivi. Il suo lavoro, insieme a quello del Direttore Sportivo, è influenzato dal tipo di budget che verrà messo a disposizione. Per non farvi cogliere “impreparati”, su quali concetti la squadra sarà costruita per rappresentare al meglio la stessa, società e tifosi? “Non ci faremo sicuramente cogliere impreparati perché il confronto con il presidente è sempre continuo e veniamo messi al corrente per qualsiasi novità. Conosco le sue idee, so quello che vuole, questo mi permette di muovermi nella giusta direzione. Ha dato la sua disponibilità nel far entrare in società nuovi soci, ha chiesto una mano importante a tutto il territorio per trovare aiuto nella gestione economica e ridurre alcuni suoi costi personali. Il budget a disposizione indirizzerà certe scelte ma, prima, bisognerà ridurre certe spese per accumulare quel “tesoretto” utile per costruire la squadra. Solo da quel momento si penserà a lavorare sulla rosa andando a cercare giovani in rampa di lancio, un passo alla volta per costruirci quelle basi a cui tengo molto e che saranno fondamentali per delineare al meglio il futuro del Novara FC”.
Da metà giugno dell’anno scorso è il nuovo Direttore Generale del Novara FC. Nonostante la giovane età è già in possesso di un curriculum di tutto rispetto e anche a Novara vorrà lasciare il segno “dietro le quinte”. Cosa rappresenta per lei questa nuova esperienza a Novara e quale ricordo vorrebbe lasciare ben impresso anche sotto la Cupola? “Questo mio primo anno a Novara è stato impegnativo e mi sto trovando bene. Mi sono messo alla prova in questo ruolo che affrontavo per la prima volta in carriera nonostante esperienze passate in società importanti. Stiamo lavorando bene, anche se il rammarico per l’andamento di questa stagione è tanto: non sono contento quando le vittorie non arrivano e non sono soddisfatto per come si è concluso il nostro percorso. Aumenta ogni giorno di più questa voglia di rivalsa, la piazza novarese è una delle più importanti e ha una grande prospettiva. La gente è molto passionale ed è molto legata a questa maglia, capisco l’amarezza che c’è nell’ambiente però c’è bisogno di lavorare tutti insieme per cercare di sviluppare questa società nella maniera più sostenibile. In passato qualcuno ha regalato a questa città delle grandi soddisfazioni ma poi, successivamente, ha fatto crollare tutto e questo non deve più succedere. Ecco perché puntiamo a un percorso oculato ma ci tengo a ribadire che questo tipo di strategia non mette in secondo piano gli obiettivi di squadra, assolutamente no. Si può lavorare con entrambi gli scopi da raggiungere ed è questo il modo in cui agiremo. Accettare questo incarico a Novara mi lusinga, ho ricevuto tanto in questo mio primo anno e ho anche subito delle critiche che sicuramente saranno giuste, perché anch’io ho bisogno di imparare e di crescere nel mio ruolo. Posso garantire che qualsiasi persona all’interno della società sta lavorando bene e sta dando vita ad un futuro promettente, grazie al contributo attivo di tutte le componenti”.
Sicuramente tutti questi anni di attività le hanno già permesso di costruire un suo metodo di lavoro, capace di esaltare le sue qualità per offrire all’allenatore la rosa richiesta e soddisfare la società del lavoro fatto. Quali sono le sue idee e i suoi principi che reputa fondamentali per portare avanti questo ruolo al meglio e dove trova quelle soddisfazioni personali che le danno la giusta carica nell’andare avanti? “Il mio ruolo ricopre una posizione particolare, mi occupo principalmente della gestione economica della società. Devo riuscire a far rispettare i budget che ogni anno vengono messi a disposizione cercando di raggiungere risultati dal punto di vista dei costi. Incrementare le entrate e diminuire le uscite è fondamentale per migliorare lo stato di salute della società e successivamente creare un gruppo di lavoro che possa usufruire al meglio di queste risorse per dare manforte dal punto di vista sportivo. Molti si soffermano sulle partite ma dietro c’è una macchina che lavora continuamente e rappresenta il motore di tutto. Siamo stati bravi perché penso che abbiamo fatto un bel ritiro estivo, una buona campagna abbonamenti, una serie di sponsorizzazioni nel territorio e creato degli uffici dove lavorare tutti insieme in un clima di collaborazione e intesa. Tutto questo mi fa dire che il lavoro svolto è positivo, situazioni che vengono messe meno in evidenza ma che sono fondamentali per permettere alla squadra di scendere in campo nelle giuste condizioni. Alla fine una stagione viene valutata in base all’andamento sportivo ma penso sia un po’ superficiale. Soddisfazioni dal nostro punto di vista le abbiamo avute, anche se volevamo tutti un esito diverso dal punto di vista sportivo: siamo arrabbiati, presidente compreso, di come sia terminata questa stagione e punteremo a fare meglio in quella prossima ma con una diversa pianificazione”.
Qualche mese fa ha conseguito anche il titolo di Direttore Sportivo, una posizione molto vicina a quella del Direttore Generale, una collaborazione che deve essere costante e proficua. Cosa significa per lei avere raggiunto anche questa qualifica? In futuro vorrà puntare a questo ruolo o è solo un modo di ampliare le conoscenze su tutti i campi che potranno essere utili nello svolgimento nel suo lavoro? “Sono favorevole alla divisione dei ruoli, non si devono accavallare le competenze. La posizione che ricopro è importante, apicale e deve essere separata dalla posizione del Direttore Sportivo perché sono due figure complementari ma diverse. Fare il DS è affascinante ma non ho ancora mai pensato di farlo perché non è il mio focus principale, per ora. In futuro non lo so ma al momento non è tra le mie priorità”.
L’amara conclusione di questa stagione ha sconsolato i tifosi, ora attendono di capire quale squadra e quali obiettivi verranno definiti. Vuole lasciare un messaggio e un suo saluto a tutti i sostenitori azzurri? “Ringrazio i tifosi per il continuo sostegno che ci hanno dato nel corso di tutta la stagione, soprattutto nei momenti difficili e quando i risultati non giravano dalla nostra parte. Chiedo a tutti di mantenere la fiducia e la voglia di seguirci sempre con la stessa passione. Ogni tanto farebbe bene qualche critica in meno e qualche carezza in più, può servire per guardare al futuro nella maniera più ottimistica. Quando le cose non vanno bene i primi a non essere contenti siamo noi, perché Novara è un’unica famiglia e il lavoro di tutti è importante per raggiungere insieme grandi risultati. Il vostro supporto è fondamentale, ho visto dei giocatori condizionati un po’ da qualche fischio o critica. Anch’io sono stato criticato al campo per delle scelte sportive dove tra l’altro non incido. Ogni tanto si fa un po’ di confusione e tendiamo a criticare un po’ troppo secondo me. La piazza di Novara ha tanta prospettiva e calore. Capisco l’amarezza ma continuiamo a lavorare insieme perché il futuro deve essere sempre migliore del presente”.
Grazie al Direttore Generale Michelangelo Vitali per la disponibilità nel concederci questa intervista. Un ringraziamento anche all’Ufficio Stampa del Novara FC per la gentile concessione rilasciataci nella stessa. Da parte di tutta la redazione del sito, un grandissimo in bocca al lupo!