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Marco Marchionni: l’antidivo


Di Alice Previtali

Postura distinta e voglia di sfida tra un accento romano e un’esperienza da calciatore che gli fa eco. Un mister che rimane convinto di ciò per cui si è sempre battuto, ovvero il rispetto del tempo e la preparazione atletica lungimirante perché niente arriva subito, se non un colpo di fortuna (ben lontano dalle risaie quest’anno) ma che dura come un battito di farfalle e se ne va senza nemmeno farsi ricordare.

Perseveranza, allenamento duro e lavoro costante rimangono i concetti chiave di Marchionni, che vede nella squadra la leadership: perché tutti sono uguali, sostituibili e importanti alla stessa maniera. D’altra parte, il suo esordio come primo allenatore è stato al Foggia, due stagioni fa. Per nulla facile. La squadra rossonera era stata ripescata e reduce da due “divorzi” con allenatori durati ben poco, oltretutto con una rosa fatta velocemente e una società con qualche problemino alle spalle: in un terreno poco promettente ha ugualmente conquistato i play-off con un turno di anticipo. Non è stato riconfermato anche se avrebbe voluto, in quanto fu preferito Zeman.

Buon per noi perché ci ha permesso, con il suo lavoro e una squadra che ben lo coltivava, a riportare la società azzurra nel campionato di Serie C con un record di gol in attacco (Vuthaj, il Dio greco).

Confermato dal Novara FC ma esonerato il 18 agosto 2022, clamorosamente prima dell’inizio del campionato, perché “non più in linea con le ambizioni della società”. Esce di scena in silenzio, osservando il Novara da lontano e, sono sicura, sperando di tornarci come realmente avviene il 18 gennaio 2023.

Non ci fu sorriso più sincero, voglia di far pace e dimenticare rancori e incomprensioni. Così, dopo una stretta di mano con il presidente si va subito in campo, nel gelone della “bassa”, ben consapevole delle sfida ardua che sarebbe andato a sostenere: ridestare un gruppo con un destino incerto, una squadra che assume mille volti differenti, altalene e caos, cadute e risalite di cui lui decide comunque di farsi portavoce, tra palloni contesi, sconfitte, tifosi arrabbiati, calciatori irrequieti e un pessimismo di fondo che spesso lo porta, insieme ai players, ad essere bersaglio di colpe - che si assume - ma lui è ben abituato a guardare in faccia le ambizioni e a scalare montagne impervie, oltrepassando giudizi e dicerie, tanto da averci portato qui, a poter partecipare ai play-off.

Una possibilità che di scontato non ha proprio nulla. Un traguardo, una piccola vittoria, un’opportunità. Niente di regalato, guadagnato tra sudore, acciacchi, attacchi e critiche.

Non dobbiamo permettere alle percezioni degli altri di definire chi siamo e Marco Marchionni ci ha dato la possibilità di spendere ancora tempo a inseguire i sogni, per un amore che scinde città e squadra azzurra.

Servizio di Alice Previtali


 


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