Shakerando
Di Alice Previtali
1° maggio 2022. Gozzano, stadio “Alfredo d’Albertas”. Scenografico paesaggio tra il verde collinare. All’epoca non scrivevo ancora articoli calcistici ma, essendomi invaghita del Novara da mesi come ho già raccontato, non potevo non essere presente a quella che poteva diventare la “partita della vita”. 90 minuti giocati, o poco più, stipati nel settore ospite carico di persone e adrenalina, tra bambini e nonni, tra ultras e tifosi composti, tra vento e sole, ci si avvia verso l’uscita perché il match finisce in pareggio con un “neutrale” 0-0. Nulla da fare, non si può festeggiare, non ancora. Ma prima di varcare l’uscita, voci, boati, esultanze. Parole vaghe che il vento si portava via confondendole ancora di più. Qualcuno finalmente lo urla a tutti. Ora è chiaro. La Sanremese ha pareggiato e ciò significa solo una cosa: il Novara è ufficialmente in Serie in C.
Credo che una delle cose che mi emoziona di più in assoluto sia vedere una squadra - di qualsiasi sport, ma il calcio soprattutto - esultare per aver conquistato l’obiettivo per il quale ha lavorato per l’intera stagione. Mi si apre proprio il cuore. Fermerei il tempo, in quel momento lì, dove tutte le fatiche vengono ripagate, dove gli screzi e le opposizioni mostrano il loro senso, dove il sole sorge grazie al lavoro collettivo dello staff completo. Dove tutti sorridono.
Splendono gli occhi, le anime, il cuore. Splende il senso vero dell’essere “squadra”. Il tripudio delle emozioni più spontanee e sincere, ecco, credo sia questa la parte più bella del calcio. Credo sia questa la felicità sportiva. Nessuna differenza tra chi è in campo e chi è fuori, siamo tutti lì, a guardarci tra la rete che divide i calciatori dai tifosi, con la voglia di tagliarla perché siamo amici, insieme, uniti, commossi e tutti felici di poterlo essere, di poter festeggiare una stagione meravigliosa, tra un signor Gozzano che ci permette di bighellonare fin che ce n’è, prestandoci la loro casa e donandoci la loro stima. Un caso che, il mio primo articolo di cronaca, fosse proprio sulla partita di apertura della stagione del Gozzano.
Il 1° maggio 2022 non doveva essere considerato un punto di arrivo, quanto un punto di inizio. Squadra che vince e non si cambia o, per lo meno, la si deve solo arricchire. Questa sarebbe stata la continuità di cui vi siete tanto lamentati non avere. E invece “Dimmi perché, in questo girotondo d’anime non c’è, un posto per scrollarsi via di dosso, quello che c’è stato detto e quello che oramai si sa...”.