Destinazione paradiso
Di Alice Previtali
Arriva un momento in cui bisogna fare i conti, soprattutto quando la destinazione è più vicino della partenza. Conti matematici, di possibilità, di posizioni in classifica ma anche “resoconti” su ciò che si è ottenuto e su ciò che si è perso, se effettivamente così è stato oppure era semplicemente necessario che accadesse per essere qui, così, in volata sui play-off.
Il calcio è una fonte inesauribile di personaggi e trame, storie di successo e fallimento, fortuna e sfortuna, vittoria e sconfitta, il proprio e l’altrui, l’andata e il ritorno.
Questa è la storia di una squadra che fa della propria (nuova) identità collettiva la sua forza, scudo contro gli accaduti extra sportivi, saldamente unita per non permettersi di cadere nell’eco di giudizi e condanne collettive “ammazza-serenità”, soprattutto alla fine di una stagione estremamente altalenante, pericolosa e spiazzante. Questa è la storia di una squadra che dell’azzurro, fino a poco tempo fa, non aveva che solo il ricordo mentre ora si trova a decollare dove avrebbe già voluto stanziare da tempo; da squadra fragile, triste e confusa a forte, accattivante e serafica.
Una metamorfosi non certo dovuta al caso quanto piuttosto a nuovi equilibri e duro lavoro, tecnico e di fiducia, che ha permesso di poter piazzare in mezzo al campo i talenti (e i caratteri) di ogni giocatore per poi trovarsi dove ognuno ambisce di stare: in campo, per combattere.
Una squadra che ha fatto della primavera non solo una stagione ma una compagna di avventure, con un inverno che faticosamente ci siamo lasciati alle spalle. È tempo della nostra svolta perché tra il momentaneo e il circoscritto decidiamo di scegliere l’infinito. In campo, in forma, insieme.
“A sorridere dei guai, proprio come non hai fatto mai”.
Alice Previtali