Resilienza
Di Alice Previtali
La dimostrazione che per il Novara la stagione è partita in salita - e probabilmente continuerà ad esserlo sino alla fine - è avvenuta in questi giorni. La stanchezza della squadra dimostrata nella partita contro l’AlbinoLeffe ha visto il Novara stringere ancora di più i denti, non permettendo neanche la realizzazione di un gol per i piedi avversari, ma la spossatezza fisica e mentale è stata sicuramente eloquente. Presumibilmente, anche da questa situazione stiamo collezionando infortuni di lunga degenza: quello di Bonaccorsi appena rientrato, quelli di Bertoncini, Boccia e l’ultimo, scongiurato fino a quando si poteva sperare, che riguarda Kerrigan. Il centrocampista irlandese combatte da sempre contro una pubalgia cronica che è tornata a bussare alla sua porta, alla quale si aggiunge uno strappo muscolare abbastanza serio e proprio in un momento cruciale del campionato. La squadra dovrà fare a meno di lui, quasi sicuramente, sino a fine stagione.
Per quanto consapevoli di quanto la difesa sia diventata coesa da non lasciare passare troppi tentativi avversari, aiutando anche nelle ripartenze dell’azione (e quanto un centrocampo così simbiotico non abbia nulla da invidiare ad altre squadre, togliendo la stanchezza degli esterni mostrata ieri e tenuto conto del malessere di Kerrigan) è proprio ora che si sente la mancanza di un attacco intransigente e spocchioso, che permetta all’intera squadra di tirare il fiato ed essere garante di un’ambita vittoria. Ci manca un’offesa con i fiocchi.
La potenza delle combinazioni di Gattuso ha portato a ottenere miracoli e a creare un gruppo di lavoro unito e al servizio del collettivo. Le idee del mister nel solidificare due reparti che facevano spesso acqua da tutte le parti non placa, ora come ora, la mancanza di azioni da gol, necessarie come l’ossigeno. La scelta di evitare un turnover tra i giocatori, 24 in rosa, sicuramente dettata dalla fiducia di una formazione determinata ed equilibrata, porta umanamente a perdere colpi in campo, soprattutto se non attenuati dalla sicurezza di un reparto affamato di reti che completi gli altri, ormai ben stanziati.
Proprio per questo insieme di motivi, dobbiamo essere ben orgogliosi dell’evoluzione di cui questa squadra è protagonista. Nata come brigata di “scarto”, solo perché sono state investite poche risorse economiche, ha quantomeno avuto la fortuna di essere guidata da due allenatori, Daniele Buzzegoli prima e Giacomo Gattuso dopo, che hanno sempre creduto in loro, svezzando i più giovani e nutrendoli anche con continui princìpi, insegnamenti e valori: due allenatori che quando si rivolgono ai propri giocatori definendoli “I miei ragazzi” rendono al meglio l’idea di tutta la stima e l’affetto che sovrastano la loro mansione lavorativa. Una squadra che assorbe un urto senza rompersi, capace di uscirne rafforzata, con giocatori bravi ad “autoripararsi” dalle ferite e a fare della resilienza una virtù su cui coltivare il domani.
Quei ragazzi che non hanno guardato in faccia niente e nessuno e hanno continuato a crescere nella resistenza, nelle gambe e nella testa. Qualcuno si è aggiunto in corsa ma i princìpi rimangono sempre gli stessi: “Uno per tutti, tutti per uno”, perché chi ha visto il leone ruggire non corre allo stesso modo di chi lo ha sentito soltanto.
Felinamente, Novara.