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Di Alice Previtali

Per quanto sia difficile digerire una sconfitta di quello che viene definito storicamente e passionalmente “Derby del Ticino”, per questioni storicamente sportive e di orgoglio competitivo, oltre che far passare un mal di stomaco dettato anche dall’incitamento anti-azzurro appostato su striscioni che hanno tappezzato le strade di Busto Arsizio (come dimostrazione di quanto sia grande l’amore che questa fazione prova per i cuori azzurri), lo si deve fare. E superato il motivo di vanagloria e nervoso post-disfatta, possiamo passare alla consapevolezza che, temporalmente parlando, a questo punto dell’anno e del campionato non importa tanto contro chi abbiamo perso, bensì solo il fatto di aver lasciato per la strada tre preziosissimi punti oppure, ottimisticamente parlando, uno. Perché arrivati a questo punto dell’anno - e giacenti in una posizione non proprio salda - il peso di un unico punto potrebbe cambiare le sorti del destino, ma non necessariamente il nostro, per stroncare il pessimismo dalla pelle.

Per di più consapevoli di avere cinque punti di differenza con quella signora di Cremona e sette con quella bustocca che abitano al nostro piano di sopra e, da vere vicine antipatiche, hanno deciso di indossare scarpe rumorose per ricordarci ogni mattina che la prima mossa da compiere è quella di coibentare l’appartamento, per poter isolarci così tanto dai rumori esterni e ricominciare il buon lavoro che stavamo facendo nonostante la caduta di sabato e senza dimenticare che il malcontento è talmente insito in ogni chicco di riso che pure l’anno scorso una decima posizione andava molto stretta alla maggioranza. Gattuso docet: “Non dimentichiamoci dove eravamo”.

Se anche nella partita scorsa l’avvio del Novara è stato sbalorditivo, veloce e dinamico, ma non si è riusciti ad arrivare a sfondare una porta che, diciamocelo, non era proprio garante di inaffondabilità, allora con umile cognizione vorrei azzardare che è solo una la cosa che ci manca come ossigeno in apnea, maschera per immersioni, o salame nella paniscia… o per lo meno, una è quella cosa che potrebbe equilibrare e compensare scivolate e disequilibri: una punta. Una punta che punga, come scrissi tempo fa, che possa avere il carico di “tirare” fuori una squadra anche quando come nell’ultimo match ha giocato sotto i livelli di aspettative, soddisfatte invece ampiamente nelle tre partite precedenti, una punta che non abbia un guizzo solo ballerino e altalenante, una punta che renda in tutti i 95 minuti - sì perché il recupero è un macigno - e non solo negli ultimi 20, una punta che acchiappi la palla come calamita e che trovi un maledetto angolino libero della difesa nemica, con un portiere avversario annaspante e, soprattutto, che non abbia timore di provarci. Esasperando il desiderio ci serve uno come Messi con il Barcellona di Guardiola, un odierno Lautaro con l’Inter o, tornando a terra e bazzicando per Novarello, un equivalente di Serie C di Cristian Bertani della Pro Novara (che di gol ne ha fatti ben 12 finora).

Nostalgicamente manca un Vuthaj ai tempi del primo Marchionni che riusciva a centrare lo specchio con piede, gambe, testa o anca, semplicemente perché quello è lo scopo del calcio. Dietro c’era una squadra che lavorava esclusivamente per far arrivare la palla, in modo pulito o sporco non importa, ai piedi di chi sa come domarla, con supporto di ala destra o sinistra, secondi o centrocampisti che si trovano a fianco. Se poi il contribuito del centravanti è anche coprire arretrando per favorire il pressing e la conquista del pallone, wow. Ma deve segnare.

Una squadra che riesce a tenere il pallino del gioco e a portarlo in area come il Novara di Gattuso, senza però riuscire a sfondare la porta, è una squadra che seppur abbia buchi qua e là necessita di un “piede-calamita” che faccia rete - e serve ora - speranza di un calciomercato invernale, senza bisogno di tempo per ambientarsi, rodarsi e scaldarsi. Perché a nessuno frega se prendiamo una mazzata di gol, l’importante è farne sempre uno in più degli avversari.

Servizio di Alice Previtali

 



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