Esclusiva VNV: L’intervista a Cesare Pogliano
Di Alberto Battimo
In campo dimostra sempre tanta sicurezza e padronanza del ruolo. È giovane ma già capace di guidare la difesa con autorità e decisione. La sua stagione non era iniziata con il piede giusto per fattori extra-calcistici ma lui non ha mai mollato. Ha sempre lavorato con ordine e disciplina e alla fine ha dato una mano importante alla squadra per sollevarsi da quelle posizioni di bassa classifica che il Novara non meritava di occupare. Domenica ci sarà la sfida decisiva contro il Como, bisognerà vincere e sperare negli incroci di altre partite a nostro favore per raggiungere i play-off. Lui e la squadra daranno il massimo sino alla fine per raggiungere questo obiettivo e con la giusta mentalità e concentrazione la squadra scenderà in campo con lo scopo di battere anche la prima della classe. Lui è… Cesare Pogliano.
Partita bella e spettacolare quella di domenica scorsa a Olbia. Le due squadre si sono affrontate a viso aperto, una sfida senza esclusione di colpi dove alla fine è scaturito un 3-3 che ha fatto molto felici gli amanti del bel gioco, ma meno gli allenatori e voi giocatori. L’approccio alla gara è stato corretto, purtroppo non sono state sfruttate le occasioni per chiudere la partita e, allo stesso tempo, non si è riusciti a difendere il vantaggio per tre volte. Cosa ti è piaciuto della prestazione della squadra e cosa invece non ha funzionato? “Abbiamo giocato in uno dei campi più difficili in questo momento della stagione, dato che anche l’Olbia - nel girone di ritorno - è stata protagonista come noi accumulando tanti punti in questi ultimi mesi. Questa sfida ci ha dato ulteriori stimoli e siamo scesi in campo con l’unico obiettivo che era quello di vincere. Sin da subito siamo partiti con il giusto atteggiamento, la nostra aggressività a inizio gara ci ha premiato con la bellissima rete di Collodel e anche quando siamo stati ripresi abbiamo sempre cercato di tornare in vantaggio senza mai accontentarci. Abbiamo dato ulteriore conferma delle nostre capacità, non abbiamo mai mollato e abbiamo dimostrato di puntare sempre ai tre punti. Peccato non essere riusciti a chiudere la gara, però avevamo di fronte una squadra in salute e abbiamo comunque dimostrato il nostro gioco per gran parte della partita. Non ci sono state particolari disattenzioni difensive nelle loro reti, l’abilità dei loro attaccanti si è vista nelle prime due realizzazioni mentre nella loro terza rete siamo stati sfortunati, c’è stato quel tocco di mano che l’arbitro non ha ravvisato e che è stato fondamentale per lo sviluppo dell’azione, che ha portato poi al pareggio definitivo. È stata comunque una bella partita, dispendiosa anche a livello fisico visto che abbiamo affrontato uno dei primi caldi della stagione e anche questo fattore si è fatto sentire, soprattutto in determinati momenti della gara. Non abbiamo rimpianti, abbiamo dato tutti il massimo e adesso la testa è rivolta alla sfida di domenica. Siamo usciti da un periodo buio, qualche mese fa la salvezza sembrava difficile da raggiungere e adesso ci troviamo all’ultima giornata di campionato con la speranza di accedere ai play-off. Vogliamo puntare a raggiungere questo obiettivo, sappiamo che non dipende soltanto da noi, ma cercheremo di giocarci ogni possibilità andando a vincere in casa contro il Como domenica”.
Nello specifico analizziamo la fase difensiva: dopo un inizio di gara promettente siamo stati raggiunti tre volte e i duelli da palla inattiva sono quasi sempre stati vinti dai nostri avversari. Nei minuti finali c’è voluta una parata decisiva di Lanni per non rischiare di lasciare la Sardegna a mani vuote. Cos’è mancato, in determinati momenti di questa partita, in fase difensiva? Avevate preparato la gara in maniera diversa? “Il loro modulo ci ha messo in difficoltà, le due punte supportate dal trequartista hanno un po’ complicato il nostro assetto difensivo ma tutto sommato ci siamo comportati bene. Hanno cercato spesso la profondità facendo attenzione al movimento delle punte. Questo loro modo di attaccare non ci ha permesso di essere liberi di uscire troppo dall’area, il rischio di creare spazio alle loro incursioni era troppo alto. Siamo stati sempre concentrati e abbiamo dovuto modificare il nostro modo di giocare in difesa rispetto al solito, questo è un aspetto positivo perché trovare la contromossa in base alle caratteristiche degli avversari è un “plus” che ci deve dare ancora più sicurezza. A livello di prestazione difensiva penso che il nostro primo tempo sia stato positivo, molte volte li abbiamo mandati in fuorigioco e in altre abbiamo contrastato al meglio le loro avanzate. Nella seconda frazione di gioco abbiamo perso un po’ di brillantezza, ma ritengo che alla fine ci siamo comportati abbastanza bene. Per quanto riguarda il discorso delle palle inattive è un problema che ci portiamo dietro già da qualche partita, purtroppo. Le ultime reti che abbiamo subito sono quasi sempre scaturite da questa situazione di gioco: ci stiamo lavorando e speriamo di vedere già dei risultati domenica. Probabilmente ci vuole ancora un pizzico di attenzione in più, stiamo comunque facendo tutti la nostra parte per cercare di dimostrare in campo quello che ci riesce durante gli allenamenti”.
Domenica ci sarà l’ultima partita del campionato regolare: al “Piola” arriverà il Como, fresco di promozione in Serie B. Per ottenere l’ultimo posto disponibile per i play-off sicuramente dovremo battere i lariani e sperare nella “non vittoria” del Grosseto a Olbia, oltre al fatto che non perda il Pontedera nella sfida casalinga contro la Pergolettese. Tanti incroci che avranno valore solo se conquisteremo la vittoria domenica. Davanti a tutti questi pensieri, come si dovrà affrontare la sfida decisiva di domenica? “Hai centrato il primo e unico pensiero che ci deve passare nella testa domenica: solo con una nostra vittoria avrebbero valore i responsi delle altre partite. Dobbiamo fare il nostro, cominciamo a prenderci i tre punti e poi vediamo se i vari incroci saranno a nostro favore. Non voglio neanche pensare a una situazione in cui i risultati dagli altri campi ci sorridono e poi non siamo riusciti noi a vincere, il dispiacere sarebbe enorme. Non pensiamo alle altre gare, il fatto che abbiamo solo un risultato per sperare può essere un vantaggio, ma sappiamo che non dipenderà soltanto da noi. Speriamo che l’obiettivo promozione già raggiunto dal Como possa dar loro meno motivazioni, ma siamo consapevoli che non ci regaleranno nulla perché magari giocherà chi ha visto meno il campo e quindi vorrà mettersi in mostra approfittando dello spazio dato dal loro allenatore. Non sarà una gara semplice ma crediamo nelle nostre possibilità, non molleremo un centimetro fino al fischio finale”.
Siamo arrivati all’ultima giornata di campionato con la speranza di entrare nei play-off. Solo fino a poco tempo fa era impensabile parlare di questo obiettivo, ma dopo un girone di ritorno da protagonisti ci siamo meritati di giocarci questa possibilità. Quali sensazioni provi nel ripensare a questo cammino? “È stata una stagione lunga e purtroppo non era iniziata sotto i migliori auspici. Siamo stati molto bravi a uscire da un periodo molto difficile, dove molte cose non ci sono girate perché mentalmente eravamo noi i primi a non riuscire nell’intento. Secondo me ci hanno dato la svolta i ragazzi che sono arrivati a gennaio, sono tutti arrivati con lo spirito giusto e con la voglia di riportare la squadra fuori da quella zona di classifica che non meritavamo di occupare. I nuovi arrivati, non avendo vissuto quei mesi difficili, ci hanno spronato al meglio e ci hanno trasmesso tutta la loro carica ed energia per dimostrare che il vero Novara ancora non si era visto. La scossa che ci serviva è stata data da loro, bastava acquisire quella sicurezza in noi stessi perché le qualità di ciascuno di noi sono all’altezza di questa categoria. Siamo felici di avere sistemato in parte questa stagione e aver dato dimostrazione anche ai nostri tifosi e agli avversari delle nostre reali capacità. Dopo questo girone di ritorno il rammarico nel non essere riusciti a iniziare la stagione in questo modo è grande, sicuramente il nostro sarebbe stato un campionato di livello e ci spiace molto essere incappati in quei primi mesi difficili. Questa stagione ci ha insegnato che è un attimo anche sprofondare, la Carrarese ha fatto il percorso inverso al nostro nonostante una rosa di livello, abituata a giocare per obiettivi più alti. Questa situazione poteva succedere a tutte le squadre, noi siamo stati bravi a uscire da questo incubo e vogliamo chiudere questo girone di ritorno con una vittoria per poi sperare”.
Il tuo inizio di stagione non è stato semplice a livello personale: le prime sfide viste dalla panchina e qualche mancata convocazione per qualche fastidio fisico. Tutto è cambiato dalla sfida di fine dicembre contro la Pro Patria, prima gara di mister Banchieri al ritorno al timone della squadra. Da quel momento in poi hai sempre visto il campo e solo in due partite non hai giocato per novanta minuti. Come hai affrontato quel periodo difficile e qual è stata la forza che ti ha permesso di credere nelle tue capacità e di riconquistare costanza e fiducia nelle prestazioni? “Purtroppo sono stato sfortunato a inizio stagione perché durante la sosta estiva sono risultato positivo al Covid: asintomatico ma ho dovuto attendere più di quaranta giorni prima di sapere che il tampone era negativo. Questa mia assenza non mi ha permesso di seguire il ritiro con la squadra, sono tornato a disposizione quando ormai la preparazione pre-campionato era agli sgoccioli. Quel periodo chiuso in casa non mi ha permesso di allenarmi come avrei voluto e quando mi sono aggregato alla squadra ero proprio indietro di condizione. Da quel momento ho cercato di recuperare al più presto, la voglia di scendere in campo e lavorare a pieno regime con la squadra era tanta e questo ha causato qualche fastidio fisico che ha rallentato ancora di più il mio totale recupero. Quando poi ho ricominciato a riassaporare il campo era un periodo dove giocavamo spesso e il tempo di allenarsi era veramente poco, mentre per me il lavoro settimanale era essenziale per tornare in campo a piccoli passi. Quando c’è stato il cambio di allenatore non ho mai trovato spazio, ma questo perché non avevo avuto modo di scendere in campo e secondo me la circostanza ha influito nelle scelte di Marcolini. Ovviamente la nostra è una rosa di valore, quindi tutti noi difensori centrali siamo forti e si è creata quella sana competizione che fa bene sia a noi che alla squadra. Non ho comunque rimpianti per questa mia stagione: è andata così, ho accettato questa situazione e quando ne ho avuto la possibilità ho lavorato ancora più duramente, anche fuori dall’orario degli allenamenti per cercare di recuperare il più presto possibile. Alla fine il mio momento è arrivato e ho voluto subito dimostrare le mie qualità e pian piano sono riuscito a conquistare minuti e sempre più condizione. Sono contento di come sia andata la mia seconda parte della stagione e sono felice che la mia presenza sia coincisa con il bellissimo girone di ritorno che abbiamo affrontato”.
Sei arrivato a Novara nell’estate di due anni fa dal Chievo Verona e subito sei diventato uno dei punti fermi della squadra. Hai 23 anni e un futuro luminoso davanti a te: come ti stai trovando in questa società - che punta molto sui giovani - e quanto è stato importante per te scegliere di vestire la maglia azzurra? Quali sono i tuoi obiettivi futuri? “Sono felicissimo di aver scelto Novara, penso di aver trovato l’ambiente ideale per crescere. Prima di approdare a Novara sono stato in prestito per un anno alla Reggina e ho trovato delle differenze tra le varie società e piazze. Sono tutti e due degli ambienti caldi, ma i tifosi reggini pretendono tutto e subito: questa “fretta” chiesta a un giovane, soprattutto in un ruolo delicato come quello del difensore centrale, è deleteria perché bisogna sbagliare per poter crescere e in questa fase bisogna caricare il giocatore e non addossargli responsabilità, soprattutto all’inizio. Mi piace Novara, l’idea di puntare su giovani emergenti mi piace molto e i risultati si stanno vedendo. Poi lavorare insieme ai giocatori di esperienza che abbiamo in rosa è motivo di orgoglio e il loro supporto è fondamentale per lavorare con concentrazione e con la giusta serenità. Allenarsi poi in un meraviglioso centro sportivo fa il resto, abbiamo una struttura che farebbe invidia a molte società di Serie A. Anche in città mi trovo molto bene, per certi aspetti mi ricorda Mantova, la città in cui sono nato e cresciuto. Una scelta che rifarei a occhi chiusi. Per quanto riguarda i miei obiettivi futuri non sono una persona che va oltre con i pensieri, preferisco vivere il momento e pensare al mio futuro immediato. La stagione ancora non si è conclusa, quindi voglio solo far bene domenica e sperare che non sia ancora l’ultima partita. In generale non voglio avere rimpianti e voglio dare il massimo, il mio obiettivo è quello di crescere anno per anno e sappiamo bene che ci vuole anche un pizzico di fortuna in tutte le situazioni, trovarsi al posto giusto e al momento giusto nel calcio ha la sua influenza. Non so quali livelli raggiungerò ma per me dare il massimo ogni volta e imparare il più possibile sono i punti cardine per essere soddisfatto del mio lavoro, in qualsiasi squadra e categoria in cui mi trovi”.
Domenica ci aspetta una partita non semplice ma che potrebbe regalarci un obiettivo importante visto l’andamento del nostro campionato. Ancora una volta i tifosi azzurri, nello specifico il gruppo “Nuares”, ha voluto richiamare tutti i sostenitori e gli amanti del Novara Calcio per incitare la squadra prima della sfida contro il Como. L’ennesimo bellissimo gesto di una tifoseria sempre molto vicina alla squadra, anche in questo periodo difficile. Cosa vuoi dire ai tifosi e ai lettori del sito? “Abbiamo accolto questo messaggio da parte del gruppo “Nuares” con gioia e felicità. Purtroppo quest’anno ci siamo visti poco e sicuramente la loro presenza sarebbe stata fondamentale per uscire molto prima da quel periodo buio, grazie alla spinta che solo i nostri sostenitori hanno la forza di imprimere. Speriamo di avervi fatto divertire nel girone di ritorno e spero tanto di vedervi allo stadio al più presto, ci mancate tanto e il vostro supporto è fondamentale per raggiungere grandi obiettivi. Non vedo l’ora di salutarvi domenica e vedervi al “Piola” carichi e pronti a sostenerci”.
Grazie a Cesare Pogliano per la disponibilità nel concederci questa intervista. Un ringraziamento anche all’Ufficio Stampa del Novara Calcio, nella persona di Matteo Pisoni, per la gentile concessione rilasciataci nella stessa.
Alberto Battimo