La voce di chi resta escluso dalla Cittadella dello Sport
Di redazione vanovarava.it
Non tutti sono così emozionati all’idea di una “Cittadella dello sport” per Novara. Prova ne è che, nel corso della presentazione di quelle che restano soltanto delle idee di progetto, svoltasi a Novarello lo scorso 5 giugno, Beppe Guilizzoni, ovvero il personaggio più rappresentativo di tutto il baseball novarese e non solo, è intervenuto - nello stupore del pubblico e di un preoccupato Carlo Accornero, in veste di “padrone di casa” - rivolgendosi ai sei progettisti e chiedendo loro se nella preparazione dei concept avessero operato con precise direttive. La preoccupazione di Guilizzoni, infatti, è tutta incentrata sul fatto che in ognuno dei sei progetti presentati è prevista la cancellazione dello stadio del baseball, il “Provini” (nella foto) posto accanto allo stadio “Piola”. La risposta dei progettisti non ha smentito i sospetti di Guilizzoni e ha confermato che in tutti i casi si è lavorato su input precisi, che ovviamente non possono prescindere dal ritorno economico previsto per l’intera operazione con un investimento di circa 40 milioni di euro. Il giorno dopo Guilizzoni ha però voluto precisare: “Mi spiace essere stato maleducato ma quello era l’unico momento per farmi sentire. Per sottolineare che il “Provini” è uno stadio, non un campo. Se lo si cancella, per fare spazio ai campi da tennis che consentono un forte lucro, si commette un omicidio”.
Alessandro Fabbri, consigliere dell’Athletics Baseball, ha tenuto a precisare: “Ho assistito alla presentazione di tutti i progetti. Ho apprezzato una particolare proposta di stadio, poi i propositi di recupero della piscina coperta con la creazione di zone fitness con particolare attenzione al verde. Tuttavia resto della mia opinione, legata al fatto che non può definirsi “Cittadella dello sport” un’iniziativa che sopprime ben cinque impianti sportivi, tra cui lo stadio del baseball “Marco Provini”, ovvero il secondo impianto outdoor della città, attualmente utilizzato per la regolare attività sportiva”.
Ma non sono solo le società sportive del baseball a storcere il naso… altre “escluse” dalle idee presentate, infatti, sono la Polisportiva San Giacomo, che con il calcio opera su due campi con spogliatoi completamente rinnovati e l’H.C. Novara “Old black” di hockey prato. Quest’ultima società, inoltre, vanta l’unico campo in sintetico al servizio di quattro province limitrofe.
Tutti esprimono apprezzamento per l’iniziativa del Novara Calcio, che si è affidato a studi professionali altamente qualificati, “Anche se non possiamo fare il tifo per un progetto che rischia di cancellare le nostre attività” ha ammesso Giuseppe Bianchi, presidente dell’hockey prato.
Sergio Ferrarotti, presidente della San Giacomo, ha invece dichiarato: “Abbiamo dato anche la nostra disponibilità a un possibile trasferimento. Non alziamo la voce ma ribadiamo la nostra disponibilità al dialogo per trovare soluzioni alternative”.
redazione vanovarava.it